martedì 25 febbraio 2014

Renzi lasci la società di famiglia e il trucco per la doppia pensione


APPELLO AL PREMIER.
RenziMatteo Renzi stasera, un minuto dopo avere ottenuto la fiducia, dovrebbe fare un gesto fondamentale per la sua credibilità: dimettersi dalla società di famiglia. Come il Fatto ha già scritto, Renzi ha ottenuto il diritto alla pensione grazie a un trucco: nel 2003, quando l’Ulivo decise di candidarlo alla Provincia di Firenze (elezione sicura nel giugno 2004) Renzi si fece assumere dalla società di famiglia nella quale era un semplice collaboratore. La Chil Srl si occupava di marketing e vendita dei giornali ai semafori con gli strilloni. Il padre e la madre l’avevano fondata nel 1993 e avevano ceduto nel 1997 le quote ai figli Matteo (40 per cento) e Benedetta (60 per cento). Quando matura la candidatura alla Provincia, Matteo è solo un co.co.co. Se fosse rimasto un collaboratore non avrebbe maturato i 10 anni di contributi pensionistici da dirigente né avrebbe avuto diritto alle cure mediche gratuite e al Tfr. 
Per regalare questo vantaggio al figliolo, babbo Tiziano e mamma Laura lo assumono e lo pagano come dirigente per pochi mesi, per poi metterlo in aspettativa. Così i contributi sono a carico della Provincia, e del Comune dal 2009, che nel 2013 pagava 3mila e 200 euro al mese per il suo sindaco. Così, grazie a una somma stimabile in circa 350 mila euro versata dagli enti locali per lui in dieci anni, Renzi oggi è un trentenne fortunato dal punto di vista assistenziale e pensionistico.
Se non può essere definita una truffa allo Stato, quella realizzata da Renzi, è una truffa alla ratio, allo scopo alto dello Statuto dei lavoratori del 1970. Il dubbio che sorge leggendo la cronologia di quelle giornate è che nel 2003 abbia usato la norma nata per garantire la partecipazione alle elezioni ai lavoratori per ottenere una pensione e un Tfr ai quali – fino a pochi giorni prima della sua candidatura – non aveva diritto.
Il 17 ottobre 2003 Matteo Renzi e la sorella vendono le quote della Chil alla mamma e al papà. Il 27 ottobre mamma Laura assume in Chil l’ex socio Matteo. Il co.co.co. diventa dirigente un giorno prima che l’Ansa batta la notizia: “Il coordinatore provinciale della Margherita Matteo Renzi per la presidenza della Provincia di Firenze e Leonardo Domenici per la poltrona di sindaco della città sono le candidature proposte alla coalizione dalla Margherita”. Il 30 ottobre, tre giorno dopo l’assunzione, l’Ansa racconta “la positiva accoglienza degli alleati della candidatura a presidente della Provincia del giovane Renzi”. Il 4 novembre, 8 giorni dopo l’assunzione, arriva l’ufficializzazione. Quello stesso anno anche il sindaco di Tortona, Francesco Marguati, viene eletto e assunto nella società di famiglia. Però nel 2008 Marguati e la figlia Michela sono stati condannati in primo grado a 16 mesi e 8 mesi per concorso in truffa aggravata ai danni del Comune. Il sindaco si era fatto assumere dalla figlia 22 giorni prima di assumere la carica. Per il pm, un rapporto di lavoro fittizio che ‘costava’ al Comune 23 mila euro all’anno di contributi”. Ogni storia fa caso a sé e comunque nel 2010, la Corte d’Appello di Torino ha assolto l’ex sindaco di Tortona. Intanto, nell’ottobre 2010 quando la Chil Srl viene ceduta, il ramo d’azienda con dentro il sindaco in aspettativa resta in famiglia: Matteo viene ceduto con il ramo marketing alla Eventi 6 della mamma e delle sorelle. Così il Tfr pagato dai contribuenti fino al 2010, pari a 28.300 euro, resta in famiglia.
Renzi non è l’unico furbetto: Josefa Idem è stata assunta dall’associazione del marito 15 giorni prima della sua candidatura nel 2006, Nicola Zingaretti è stato assunto dal comitato del Pd alla vigilia della sua candidatura ed entrambi sono usciti indenni dalle denunce. L’ex assessore provinciale di Vicenza, Marcello Spigolon, è stato rinviato a giudizio per truffa. Le vicende e le interpretazioni dei magistrati sono diverse ma la questione non è giudiziaria bensì politica. Matteo Renzi deve dimettersi dalla Eventi 6 perché la storia della sua pensione a sbafo da ieri non è più un peccato di gioventù.
Oggi Renzi è il presidente del Consiglio, ha diritto a una retribuzione (tra indennità e diaria) di circa 12 mila euro lordi con un trattamento pensionistico simile a quello dei parlamentari. Entro il 2018 sarà quasi certamente parlamentare e alla fine della carriera avrà diritto al vitalizio. In qualità di dirigente in aspettativa della Eventi 6 potrebbe perseverare nella sua furbata anche a Palazzo Chigi. L’unica differenza è che da oggi la quota di contributi del dipendente (pari al 9 per cento) non sarà versata dal datore di lavoro pubblico, come accadeva con Provincia e Comune, ma da Renzi stesso. Se deciderà di restare dirigente in aspettativa della società di famiglia fino alla fine della sua carriera Renzi si ritroverà una doppia pensione e un doppio Tfr. La scelta sta a lui. Da oggi può chiedere sacrifici ai pensionati d’oro, agli esodati o ai giovani che non avranno mai una sola pensione. Con quale faccia potrà farlo se continua a costruirsi una doppia pensione con un trucchetto?
di Marco Lillo - Da Il Fatto Quotidiano del 25/02/2014.

giovedì 20 febbraio 2014

Lettera aperta a Luciana Littizzetto da una signora di 81 anni! Leggete e riflettete!

Gentile signora Littizzetto, ho 81 anni, ho lavorato nei campi da quando ne avevo dieci anni e sono andata in pensione quando ne avevo 60, oggi percepisco una pensione di 478,00 euro al mese. Grazie a Dio ho un fazzoletto di terra dove ancora oggi coltivo un piccolo orto, zappando la terra come si faceva una volta, riesco a racimolarci ben poco: qualche cipolla, qualche patata, un po’ di insalata….. ho difficoltà a salire le scale perchè la vita dura dei campi mi ha massacrato la schiena, dovrei fare delle terapie, ma dovrei pagarle perchè il servizio sanitario nazionale non le passa, dovrei prendere degli integratori alimentari che costano sui trenta euro per 15 giorni di cura, ma come può immaginare non posso curarmi, perchè con 478 euro ci devo pagare la luce, il riscaldamento e il ticket per i farmaci che devo prendere per il mio cuore (circa 15 euro ogni 15 giorni). Non esco quasi mai da casa, perchè abito in campagna a 6 km dal paese e ora c’è la neve e la mia compagnia è spesso la Televisione. Mi hanno detto che lei prende circa 5 mila euro al giorno per andare a dire qualcosa su Rai Tre.. così l’altra sera ho guardato il programma di Fazio per sentire le cose che avrebbe detto. Pensavo che per prendere 5 mila euro al giorno dicesse cose importanti… e invece l’ho sentita dire solo parolacce e insultare politici che magari io ho votato. Adesso dovrò pagare il canone RAI, sui cento euro….. Ora le chiedo, perchè dovrei pagare alla RAI oltre cento euro per sentire le sue parolacce? Con cento euro potrei farci 4 cicli di terapia per le mie ginocchia! Lei se la prende con le escort, con Ruby etc…. ma lei non è diversa da loro, visto che guadagna 5 mila euro al giorno per tenere in bocca solo il ca…. e il turpiloquio! E’ comodo far finta di stare dalla parte dei poveri, far la parte delle verginelle, quando si prendono 5 mila euro al giorno facendo la escort del turpiloquio! Io sono una contadina vera, io sono una povera vera, io sono un’ignorante vera, ma le parolacce non le ho mai dette e non accetto che lei venga pagata anche con i miei soldi per dirle in  RAI. Vada a dirle in un teatro dove solo chi vuole sentirle possa venire ad ascoltarla e si faccia pagare da quelli che vogliono sentirla, non da me che devo vivere con 478 euro al mese ad 81 anni!
Grazie e scusi per il disturbo.
fonte : www.losai.eu

Arriva una buona sentenza sui contributi «omessi»



Una sentenza in materia di omissione di contributi risolve un problema che attraversa le vicende previdenziali di molti sacerdoti. È stata discussa presso il tribunale di Bergamo (sent. n. 431/2013) «l'automaticità delle prestazioni», una garanzia del Codice civile, art. 2116, per i lavoratori che hanno perso contributi per omissione del datore di lavoro. In questi casi, grazie all'automaticità, l'Inps liquida la pensione come se i contributi fossero stati regolarmente registrati.

 La legge riserva l'automaticità solo ai lavoratori dipendenti come protezione dalle irregolarità di un terzo, il datore di lavoro. Nel corso degli anni lo scudo è stato esteso dalla Corte costituzionale ad alcune figure del lavoro autonomo. Di recente il problema si è posto anche per i collaboratori, ma ha trovato sempre molte opposizioni. Il giudice di Bergamo ha infranto questo tabù, sulla scorta di diverse considerazioni, applicabili anche ai sacerdoti assicurati al Fondo Clero.
I sei motivi. L'applicazione dell'automaticità ai collaboratori - si legge nella sentenza - è dovuta per questi motivi: 1) il reddito da collaborazione è fiscalmente equiparato al reddito da lavoro dipendente, 2) il Codice esprime un principio di ordine generale, non limitabile al solo lavoro dipendente, 3) la Corte costituzionale conferma questo indirizzo (sent. 374/1997), 4) il Codice non prevede particolari esclusioni, che vanno invece previste esplicitamente dal legislatore, 5) l'esclusione dalla automaticità può costituire un trattamento anticostituzionale, 6) la direttiva comunitaria (dlg. 80/1992) stabilisce che le prestazioni Inps spettano anche quando i contributi non siano stati effettivamente versati.
Omissioni Inps. Il sistema dei versamenti dei sacerdoti non contempla omissioni a carico di altro soggetto obbligato. Tuttavia i sei motivi ricavabili dalla sentenza appaiono validi nei casi in cui si è sostanzialmente verificata una omissione di contributi nel Fondo clero. E questo è accaduto in tempi recenti, quando una negligente manutenzione dell'archivio cartaceo del Fondo, durata diversi anni, ha prodotto la perdita, la distruzione o l'illegibilità di molte schede individuali dei versamenti dei sacerdoti.
I contributi del passato. Non essendo più documentati né oggi documentabili, non vengono riconosciuti dall'Inps, sebbene versati con certezza o dagli interessati o dalle Ragionerie provinciali durante il sistema della congrua. In questi casi il danno di omissione deve farsi risalire ad un soggetto terzo, cioè lo stesso Inps, con l'effetto di doversi estendere al clero l'automaticità come criterio di ordine generale.

mercoledì 19 febbraio 2014

Pensioni Renzi e ultime notizie: modifiche possibili a Legge Fornero attuale

Dibattito ancora aperto sulle pensioni: quali potrebbero essere le modifiche reali con l’avvento di Matteo Renzi al potere? Idee di un nuovo rimpasto dell’esecutivo e situazione. Si riaccendono le speranze di cambiamento
A partire dalla questione esodati che sono diretto prodotto di questa riforma” e si è detto pronto a modificare, ma senza stravolgere, l’attuale legge per porre fine a problemi e questioni generati dalla stessa formulazione, errata, della stessa. Le speranze di modifiche sembrano accendersi ancor di più  in un eventuale rimpasto di governo in cui, probabilmente, Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil, potrebbe essere ministro del Lavoro.
Per lui, secondo quanto affermato, le priorità sarebbero risolvere una volta per tutte la questione esodati, per cui “vanno fatte due operazioni: allargare il numero di coloro ai quali il governo deve dare delle risposte; pensare non solo agli esodati in essere, ma anche all’altra tipologia di esodati che si creerà coll’innalzamento del pensionamento generato dalla legge Fornero”; e intervenire sull'innalzamento dell'età pensionabile per le donne.
L'eventuale nuovo governo potrebbe vedere anche l'arrivo nell'esecutivo di Marianna Madia con la delega al Lavoro; di Lucrezia Reichlin, economista che è anche data tra i candidati al ruolo di vicegovernatore della Banca d'Inghilterra; Pier Carlo Padoan, presidente dell'Istat che potrebbe anche essere destinato allo Sviluppo economico; Tito Boeri, economista. Con la sostituzione del ministro Giovannini potrebbe essere rimesso in discussione, o meno, il cosiddetto prestito pensionistico di cui si è fatto promotore e che potrebbe consentire a determinate categorie di lavoratori di andare in pensione due o tre anni prima rispetto all’attuale soglia dei 66 anni, con 35 anni di contributi.

Fonte BusinessOnline.it

domenica 9 febbraio 2014

Sei Sanfelese se ricordi:la domenica, la chiesa ,il Cappellone ,la messa cantata...

Sei Sanfelese se ricordi:la domenica, la chiesa ,il Cappellone ,la messa cantata, l'uscita dalla chiesa prima gli uomini che aspettano l'uscita delle donne e poi tutti a pranzo....
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mercoledì 5 febbraio 2014

La minigonna,Totò e Pasolini il Napoli Corsaro




Gli stessi benpensanti che oggi non sanno distinguere un sfottò da un insulto . I due marò dagli stessi maron glacè. Mastrapasqua dalla Malapasqua.

leggi tutto LA MINIGONNA, TOTO' E PASOLINI, IL NAPOLI CORSARO

Giorno del Ricordo sabato 15 febbraio

RICEVIAMO E VOLENTIERI DIFFONDIAMO




In occasione delle manifestazioni commemorative del Giorno del Ricordo, la Zona 3 ha patrocinato lo spettacolo teatrale Giulia.

Lo spettacolo è particolarmente indicato per le scuole e per tutti coloro che volessero conoscere meglio questa pagina di storia.

L’ingresso è libero e gratuito, per informazioni e prenotazioni telefonae al referente del progetto signor Kamal cell. 340 1823421 Consigliere Nazionale e del Comitato Milano dell’ANVGD o alla sede Provinciale tel.02/546609

Cordiali saluti
Caterina Antola
Presidente Commissione Educazione Zona 3
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