sabato 19 dicembre 2015

DANILO DALINOVIC AL CENTRO ANZIANI RICORDI DI VIA BOSCOVICH

VENERDì 18 dicembre 2015-JL TENORE DANILO DALINOVIC




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LA VEDOVA ALLEGRA (operetta)

Tessera associativa alla Rete dei Centri Socio Ricreativi per anziani

COORDINAMENTO PROVINCIALE PARTECIPANTI CENTRI ANZIANI E ORTISTI
Riceviamo e Diffondiamo

Buongiorno, 

con la presente si ricorda che, ai sensi della Convenzione firmata con il Comune di Milano, la tessera associativa alla Rete dei Centri Socio Ricreativi per anziani, in qualunque dei 29 CSRC venga fatta, consente di accedere a tutti i Centri della Rete del Comune di Milano e di partecipare a tutte le loro attività, nel rispetto delle norme vigenti. 

Si chiede quindi a tutti i Presidenti, membri del Comitato di Gestione, volontari e tutti i soci, di rispettare e far rispettare questa come tutte le altre regole previste dalla convenzione. 

Cordiali saluti. 

Abbracci, Drinks, e quant'altro al Centro Anziani"Ricordi"


23 dicembre 2015 


Scambio di auguri tra i 
soci del C.S.R.C. per anziani" Ricordi" di Via Boscovich con con inizio ore 15,00



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mercoledì 9 dicembre 2015

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Capodanno 2016, cenone e discoteca all'hotel San Paolo Palace, 31 dicembre 2015


Capodanno 2016, cenone e discoteca all'hotel San Paolo Palace, 31 dicembre 2015

Giovedì 31 dicembre a partire dalle ore 20,00  presso

il Centro Socio Ricreativo Culturale anziani  "Ricordi"

via Boscovich Ruggero 42 , 20124 Milano (MI) 

I soci del Centro si ritroveranno per il tradizionale

   CENONE DI CAPODANNO


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Per informazioni relative agli eventi Tel. 3343170468


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giovedì 3 dicembre 2015

Istat, dramma pensionati. Per il 40% assegno sotto i mille euro al mese

I dati nel 2014: coinvolti oltre 6,5 milioni di persone. Metà delle pensioni incassate al nord

PENSIONI: DAMIANO, TROVARE SOLUZIONE ENTRO SETTEMBRE
Sei milioni e mezzo di persone. Il 40% dei pensionati vive con un assegno sotto i mille euro al mese. 240mila possono contare con una pensione sopra i 5mila euro. Secondo i dati Istat il 25,7% delle pensioni è di importo mensile inferiore a 500 euro mentre il 39,6% ha un importo tra i 500 e 1.000 euro. Al crescere degli importi diminuisce la quota dei trattamenti erogati: il 23,5% dei trattamenti ha un importo compreso tra 1.000 e 2.000 euro mensili, l'8,0% tra 2000 e 3000 euro, il 3,2% supera i 3.000 euro mensili. Gli importi erogati agli uomini sono mediamente più elevati di quelli percepiti dalle donne: redditi fino a 500 euro sono erogati all'11,3% dei pensionati, contro il 13,6% delle pensionate mentre il 9,7% degli uomini riceve un ammontare superiore ai 3.000 euro mensili, contro il 2,9% delle donne. In oltre i tre quarti dei casi (75,8%) i titolari di pensioni sociali percepiscono redditi di importo mensile inferiore a 1.000 euro (il 39,1% non supera i 500 euro). La quota scende a meno della metà tra i pensionati di invalidità, anche civile (rispettivamente 37,1% e 40,9%) e a circa un terzo tra i titolari di pensioni di vecchiaia (28,9%) e tra i superstiti (33,6%). Escludendo i beneficiari di pensioni sociali, la quota più elevata di redditi che non superano i 500 euro si registra tra i titolari di pensioni di invalidità civile: sono il 23,6 contro il 21,2% registrato per le indennitarie, il 7,9% dei superstiti, il 4,8% di quelle di vecchiaia e il 4,7% delle pensioni di invalidita' (Prospetto 12). I titolari di pensioni di vecchiaia (il 26,8%), di pensioni indennitarie (27,5%) e i pensionati di guerra (34,0%) prevalgono invece nelle classi di reddito pensionistico superiori a 2.000 euro mensili.


Numero pensionati in calo Tra il 2011 e il 2014 i pensionati in Italia sono diminuiti di oltre 400.000 unità, tra 16.668.000 del 2011 a 16.259.000 del 2014. Il dato con tutta probabilità risente della stretta sui pensionamenti decisa con la riforma Fornero della previdenza. L'incidenza della spesa sul Pil, in particolare, è però cresciuta di 0,2 punti percentuali, dal 16,97% del 2013 al 17,17% del 2014. Dalla fotografia dell'Istat, emerge inoltre che i pensionati sono 16,3 mln circa 134 mila in meno rispetto al 2013. Ognuno in media percepisce 17.040 euro all'anno (403 euro in più rispetto al 2013) tenuto conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può contare anche su più di una pensione. Le pensioni di vecchiaia assorbono oltre i due terzi (70,0%) della spesa pensionistica totale. Seguono quelle ai superstiti (14,9%) e le pensioni assistenziali (8,0%); più contenuto il peso delle pensioni di invalidità (5,6%) e delle indennitarie (1,6%). L'importo medio annuo delle pensioni e' di 11.943 euro, 245 euro in piu' rispetto al 2013 (+2,1%).


Reddito dei neo pensionati Il reddito medio dei nuovi pensionati (13.965 euro) e' inferiore a quello dei cessati (15.356) e a quello dei pensionati sopravviventi (17.146), cioe' coloro che anche nel 2013 percepivano almeno una pensione.


Età dei pensionati Quasi un quarto (23,3%) dei pensionati ha meno di 65 anni, la metà (51,9%) un'età compresa tra 65 e 79 anni e il restante q uarto (24,9%) ha 80 anni e più. Il 40,3% dei pensionati percepisce un reddito da pensione inferiore a 1.000 euro al mese, un ulteriore 39,1% tra 1.000 e 2.000 euro. Il 14,4% riceve tra 2000 e 3000 euro mentre la quota di chi supera i 3.000 euro mensili è pari al 6,1% (4,7% tra 3.000 e 5.000 euro. 1,4% oltre 5.000 euro). Due terzi dei pensionati (66,7%) sono titolari di una sola pensione, un quarto (25,4%) ne percepisce due mentre il 7,8% è titolare di almeno tre pensioni.

Pensioni: Italia maglia nera

Pensioni in Italia adeguate ma nel futuro a rischio povertà per giovani e donne, imponendo a imprese e dipendenti il livello contributivo più elevato: report OCSE.


Il sistema previdenziale italiano è troppo oneroso per le imprese e a rischio povertà in termini di pensioni future per giovani e donne: è l’allarme lanciato dall’OCSE nel rapporto“Pensions at a glance 2015“, che analizza i sistemi pensionistici delle economie del G20. L‘Italia risulta il paese con il più alto livello contributivo con un’aliquota al 33%, per due terzi a carico dell’impresa e per un terzo a carico del dipendente. Le riforme degli ultimi anni, infatti, fra innalzamento età pensionabile e calcolo contributivo, hanno sì migliorato la sostenibilità di lungo periodo ma non risolto  delle pensioni future.

Il livello delle prestazioni per gli attuali pensionati assicura un reddito superiore del 95% rispetto a quello della media nazionale, un livello fra i più alti della classifica internazionale, guidata da Lussemburgo, Francia e Grecia.
Redditi da pensione più alti che in Italia (sempre in termini di percentuale rispetto alla media), anche in Israele, mentre Spagna, Portogallo e Messico sono allo stesso livello. Il problema è che il rischio povertà si è trasferito nel tempo dagli anziani ai giovani: circa il 15% delle persone fra i 18 e i 25 anni sono povere, contro il 9% degli ultra65eeni.
Circa un quarto dei giovani fra i 16 e i 29 anni non studiano e non lavorano (i cosiddetti Neet). Complice la crisi degli ultimi anni, c’è anche un problema legato al crescente numero di lavoratori che si sono confrontati con periodi di disoccupazione, lavoro part-time o precario, con una conseguente interruzione del pagamento dei contributi, e questo avrà un effetto negativo sulle prestazioni future.
«L’effetto di interruzioni di carriera o di ritardi nell’entrata del mercato del lavoro potrebbe essere più elevato in Italia che nei paesi OCSE» si legge nel report, anche perché «nonostante la presenza di alcuni meccanismi che permettono di ridurre in parte l’effetto di carriere interrotte (come l’aumento dei coefficienti di trasformazione per le donne con figli e i contributi versati durante i periodi di disoccupazione), in Italia mancano degli ammortizzatori efficaci che proteggano la pensione dall’effetto di interruzione di carriera».
Le interruzioni di carriera riguardano in particolare le donne:  il 12% delle donne fra i 25 e i 49 anni, contro una percentuale pari all’1% fra gli uomini della stessa età. Altri dari relativi alla questione femminile: le donne cominciano il lavoro retribuito più di due anni più tardi rispetto agli uomini, i tassi di occupazione delle madri sono bassi, molte donne lavorano part-time. Sono tutti elementi che rischiano di «danneggiare l’adeguatezza dei redditi pensionistici del futuro».
Il report presenta una serie di dati emblematici relativi all’impatto delle interruzioni di carriera sulla pensione futura: dopo cinque anni senza lavoro, l’Italia registra una delle maggiori riduzioni della pensione futura (insieme a Germania, Israele, Islanda, Messico e Portogallo), mentre in un terzo dei paesi OCSE le pensioni non subiscono alcuna riduzione in queste circostanze. Per un lavoratore italiano a basso reddito, l’interruzione di cinque anni dal lavoro sarà del 10%, contro il 3% di media OCSE.

Fra i consigli all’Italia, quello di promuovere carriere complete e di maggior durata, concedendo la necessaria flessibilità in termini di conciliazione famiglia-lavoro, oltre a una maggior informazione su contributi versati e pensione futura (la famosa busta arancione), e sulle possibilità di previdenza complementare
FONTE PMI

lunedì 30 novembre 2015

Come l’erede può riscuotere pensioni e prestazioni arretrate del defunto

Mia madre è morta, ma doveva riscuotere ancora la pensione e l’assegno di accompagnamento: posso richiedere gli arretrati anche se non mi spetta la reversibilità?

Per legge, ogni arretrato spettante al defunto, a prescindere dalla tipologia di prestazione (pensione anticipata o di vecchiaia, assegno sociale, assegno di accompagnamento…), deve essere liquidato dall’Inps ( o dal diverso Ente pensionistico) agli eredi, in proporzione alla quota di eredità posseduta da ciascuno.
Non è rilevante, dunque, che all’erede in questione non spetti la pensione ai superstiti, o che il trattamento da saldare non sia reversibile (come, ad esempio, l’assegno sociale e l’assegno di accompagnamento): le somme da riscuotere devono comunque essere liquidate dall’Ente pensionistico, in quanto costituiscono un credito del defunto.
Fanno eccezione a tale principio soltanto i ratei di pensione o assegni insoluti a causa del preventivo decesso del titolare: essi non rientrano nell’asse ereditario, perché spettano per legge [1], quale autonomo diritto, al coniuge superstite o, in mancanza, ai figli del defunto; tale previsione è stata confermata da una recente risoluzione dell’Agenzia delle Entrate [2].
Le procedure di riscossione degli arretrati, dunque, possono differire a seconda del soggetto che eredita, e della tipologia di prestazione: vediamo insieme le principali modalità di liquidazione dei ratei non pagati.

Arretrati di pensione del defunto
Nelle ipotesi di ratei arretrati di pensioni dirette, come quella di vecchiaia, di anzianità o anticipata, la liquidazione viene fatta d’ufficio dall’Inps, in favore del coniuge o dei figli, senza necessità che sia presentata la dichiarazione di successione: questo, perché, come abbiamo detto, i presenti crediti del pensionato spettano per legge, come autonomo diritto, a tali soggetti.
Per quanto riguarda, invece, gli altri eredi, come poc’anzi esposto hanno diritto agli arretrati in virtù della successione, poiché facenti parte del patrimonio del defunto.
Gli eredi, anche se non beneficiari di pensione ai superstiti, potranno dunque ottenere gli arretrati, spettanti in base alla quota di eredità posseduta, ma dovranno presentare un’apposita domanda, in quanto non esiste, per loro, la previsione della liquidazione automatica da parte dell’Inps.

Domanda arretrati di pensione del defunto
Alla domanda che gli eredi dovranno presentare all’Inps ( o all’Ente competente), (modello AP 23, qui allegato), per ottenere la liquidazione degli arretrati dovranno essere allegati:

 dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà che comprenda i seguenti dati: nome, cognome, data di nascita e codice fiscale degli eredi, residenza degli stessi e grado di parentela col defunto;

– fotocopia del documento d’identità e del codice fiscale del richiedente;

– in caso di più eredi, la riscossione può avvenire da parte di una sola persona, dietro presentazione di un atto di delega;

– nell’ipotesi in cui non sia stata fatta una delega alla riscossione a favore di un solo erede, sarà necessario presentare fotocopia del documento d’identità e del codice fiscale di ciascun erede.

All’interno della domanda è richiesta l’indicazione dell’esistenza o meno di un testamento, e della quota percentuale spettante al richiedente.

È inoltre indispensabile la preventiva effettuazione della dichiarazione di successione: l’Ente previdenziale, difatti, prima di procedere al pagamento degli arretrati, dovrà acquisire la prova dell’avvenuta presentazione di tale dichiarazione, oppure l’autocertificazione del richiedente di insussistenza dell’obbligo. Sul punto, tuttavia, è presente una risoluzione dell’Agenzia delle Entrate per la quale non sarebbe più necessaria l’acquisizione, dall’Ente debitore, della prova d’invio della dichiarazione di successione [3], ma tale risoluzione è ritenuta superata dalla reistituzione dell’imposta sulle successioni e le donazioni.
Per un approfondimento sull’argomento, vi invitiamo a leggere la nostra guida sulla successione.

Arretrati invalidità civile del defunto
Gli assegni concessi a titolo d’invalidità civile non sono reversibili ai superstiti, poiché si tratta di prestazioni assistenziali.
In caso di decesso dell’avente diritto successivo al riconoscimento dell’invalidità, potranno pertanto essere devolute agli eredi solo le quote già maturate alla data della morte [4], anche se il decesso è avvenuto prima della delibera di concessione del trattamento (il provvedimento è comunque necessario), ma dopo l’accertamento sanitario (cioè la visita medica per l’accertamento dell’invalidità civile).

Se, invece, la morte dell’invalido avviene prima dell’accertamento sanitario, ma dopo la presentazione della domanda di riconoscimento della disabilità da parte dello stesso, gli eredi possono comunque richiedere il riconoscimento d’invalidità alla competente commissione medica. La procedura, però, potrà essere avviata solo se in possesso di documentazione medica che possa dimostrare con sufficiente certezza l’infermità o lamenomazione.

Arretrati assegno di accompagnamento del defunto
Anche in questo caso vale il principio, applicabile a tutte le prestazioni assistenziali, dell’intrasmissibilità del diritto, in quanto collegato strettamente alla vita del titolare.
Di conseguenza, gli eredi, a prescindere dal fatto che si tratti del coniuge o dei figli, e che spetti loro la pensione ai superstiti, possiedono il diritto al pagamento delle sole quote non riscosse dell’indennità di accompagnamento, in virtù della successione, e non quale spettanza autonoma.

Tassazione arretrati del defunto

Nessuna tipologia di arretrati spettanti al defunto (quote pensione, assegno sociale, invalidità, accompagnamento…) deve essere inserita nella dichiarazione dei redditi degli eredi, come peraltro specificato nelle istruzioni del modello 730: l’imposizione, difatti, in queste ipotesi avviene alla fonte (tassazione separata) e il pagamento è effettuato direttamente dall’Ente che eroga la prestazione.

domenica 22 novembre 2015

REGIONE BASILICATA;ALTRI 4,5 MILIONI DI EURO PER 91 PROGETTI NEI COMUNI

IL COORDINAMENTO PROVINCIALE  PARTECIPANTI CS.R.C. PER SENIOR  CON SEDE IN SAN FELE (PZ) -VICOLO I Piazza GARIBALDI - CAP 85020  Tel.3883642614 TI INFORMA ON LINE


  

“Fondi utili al miglioramento dei Servizi di Base previsti dalla Misura 321. Rimane alta l’attenzione al sociale e al miglioramento della qualità della vita nei nostri paesi”.

La graduatoria definitiva del Bando “Servizi essenziali per la popolazione e l’economia rurale” – Servizi di base comunali – PSR 2007/2013 è stata approvata dalla Giunta regionale.
“Solo 30 i giorni passati dall’uscita del bando – rende noto l’assessore alle Politiche agricole e forestali, Luca Braia – all’approvazione della graduatoria e, quindi, alla possibilità di ritirare i decreti che riguardano la Misura 321. Ben 91 sono le domande ammesse e finanziabili sulle 100 domande pervenute, per un importo complessivo di circa 4,5 Milioni di euro su i 5M euro messi a disposizione dal bando.”
Sono state ammesse e finanziate le domande dei Comuni di: Acerenza, Aliano, Atella, Bernalda, Calvello, Campomaggiore, Castelgrande, Castronuovo di Sant’Andrea, Cirigliano, Episcopia, Forenza, Gallicchio, Garaguso, Gorgoglione, Grassano, Irsina, Lagonegro, Latronico, Laurenzana, Maratea, Matera, Melfi, Miglionico, Montescaglioso, Noepoli, Nova Siri, Oliveto Lucano, Oppido Lucano, Pietragalla, Pietrapertosa, Pisticci, Policoro, Pomarico, Rapolla, Rapone, Ripacandida, Rotonda, Rotondella, Ruvo del Monte, Salandra, San Chirico Nuovo, San Chirico Raparo, Sant’Angelo Le Fratte, Sarconi, Sasso Di Castalda, Stigliano, Teana, Terranova del Pollino, Tolve, Tramutola, Trichina, Tricarico, Tursi, Potenza, Abriola, Accettura, Albano di Lucania, Banzi, Baragiano, Bella, Brienza, Brindisi di Montagna, Castelluccio Inferiore, Corleto Perticara, Fardella, Genzano di Lucania, Guardia Perticara, Lauria, Marsico Nuovo, Montalbano Jonico, Muro Lucano, Nemoli, Palazzo San Gervasio, Picerno, Pignola, Rivello, Tito, Savoia di Lucania, Satriano di Lucania, Sant’Arcangelo, San Mauro Forte, San Fele, Ruoti, Trivigno, Venosa, Avigliano, Anzi, Maschito, Barile, Ginestra, San Martino D’Agri.
I Comuni della Regione Basilicata risultati beneficiari del Bando potranno così continuare il percorso di rafforzamento delle strutture e degli spazi a servizio delle comunità rurali mediante piccoli interventi su strutture pubbliche già esistenti.
Ciascun comune aveva la possibilità di presentare una istanza di importo non superiore a 60mila euro, la cui spesa deve essere tassativamente effettuata entro il 2015. I beneficiari, pertanto, dovranno terminare la procedura, comprensiva di domanda di pagamento e saldo entro il 30 novembre 2015.
“I tanti progetti presentati – sottolinea l’Assessore Luca Braia – sono finalizzati a investimenti su strutture sportive e ricreative, attrezzature per centri per anziani e ludoteche. Alla vigilia dell’approvazione del PSR 2014-2020 che partirà con l’attivazione delle misure dirette agli agricoltori, rimane alta l’attenzione al sociale e al miglioramento della qualità della vita nei nostri paesi.
Molti, inoltre, i comuni che hanno presentato progetti per interventi attraverso cui ampliare le opportunità di accesso e di adozione delle tecnologie di informazione e comunicazione nei territori e nel contesto produttivo rurale grazie alle ICT e per realizzare hot spot wifi che saranno messi a disposizione, con libero accesso, alle popolazioni rurali. Una Basilicata rurale, quindi, che mette a disposizione l’accesso ad Internet come servizio a cittadini e turisti insieme a tutte le opportunità economiche che così possono aprirsi. Richiamo ora alla corresponsabilità tutti i Comuni interessati per accelerare i lavori e terminare nei tempi richiesti, mentre contemporaneamente in Dipartimento stiamo correndo per evitare il disimpegno e per avviare nel migliore dei modi possibili una nuova stagione in agricoltura, che spero sia di reale svolta.
San Fele24ore: REGIONE BASILICATA;ALTRI 4,5 MILIONI DI EURO PER 9...: IL COORDINAMENTO PROVINCIALE SENIOR PARTECIPANTI CS.R.C. PER SENIOR              CON SEDE IN SAN FELE (PZ) -VICOLO I Piazza GARIBALDI - CAP...

venerdì 20 novembre 2015

I medici di famiglia: non subordinare il servizio sanitario alle università

«Prevedere la necessità dell’intesa con l’Università, e non della semplice sua consultazione, per la nomina dei direttori generali di queste nuove aziende sanitarie uniche significherebbe assegnare alle Università un ruolo decisionale vincolante che inevitabilmente condizionerebbe, e a nostro parere negativamente, le scelte strategiche ed organizzative delle Aziende Sanitarie».
A esprimere preoccupazione a proposito di quanto «si sta profilando nel ddl stabilità relativamente alla costituzione delle aziende sanitarie uniche», è la Fimmg. 
«Le Aziende sanitarie devo restare indipendenti da interessi e logiche universitarie la cui invadenza si paleserebbe non solo sotto il profilo organizzativo ma anche della formazione e del personale che vi opera», scrive la Federazione italiana medici di medicina generale, in una nota. «Temiamo seriamente le conseguenze dell’ingerenza delle Università sul servizio sanitario e sull’assistenza territoriale. Non solo l’ingerenza degli interessi politici regionali sul servizio sanitario, ora anche quelli delle Università», conclude.

giovedì 19 novembre 2015

UNA FORTE VIBRAZIONE FULMINA LA LAMPADA DELLA STANZA E CREA UN GRANDE SPAVENTO


14 novembre 2015 ore 18,00 .LA VIBRAZIONE PROVENIENTE DAL TUBO DI SCARICO  DEI FUMI - UNA CIMINIERA SOTTO E A FIANCO DEL BALCONE DELLA STANZA
 

LUGLIO 2015: incontro di verifica con i condomini in via tadino.Richiesta 
all'Ammistratore di avviare le procedure per rimuovere tutti gli scarichi a parete di fumo e di cattivi odori proveniente dal Loft.



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domenica 8 novembre 2015

FACCIAMO FESTA CON CASTAGNE E VIN BRULE'...

IL COORDINAMENTO PROVINCIALE SENIOR PARTECIPANTI CENTRI ANZIANI E ORTISTI TI INFORMA ON LINE 

DOMENICA 8 novembre 2015- ORTI Via Canelli/Folli
II° Aperitivo dell'Ortista























martedì 27 ottobre 2015

Canone RAI in bolletta: tutte le nuove regole 2016

Canone RAI 2016 per chi possiede il televisore ma in bolletta anche con smartphone e pc:
procedura di esenzione, casi particolari, modalità di versamento, morosità, condono, regole operative: la nuova versione della norma nella Legge di Stabilità 2016.

Solo chi ha un televisore pagherà  il canone RAI in bolletta elettrica che non è invece dovuto da chi possiede altre tipologianone RAIe di device che possono essere utilizzati per guardare trasmissioni in streaming, come smartphone, pc o tablet: l’importo della tassa scende a 100 euro, da versare insieme all’importo della bolletta dell’elettricità. E’ questa la riforma definitiva della riscossione del canone RAI , così come prevista dalla versione finale dellaLegge di Stabilità 2016 approvata dal Governo e firmata dal presidente della Repubblica.
Canone RAI 2016
In pratica, nel 2016 il canone RAI diventa più economico (da 113 a 100 euro), viene inserito nella bolletta energetica e la versione finale della norma prevede il pagamento in un’unica soluzione: è dunque saltata la possibilità di una rateazione. Il canone RAI sarà inserito nella prima bolletta elettrica successiva alla scadenza del termine per il pagamento. Le sanzioni per chi non paga vanno da 2 a 6 volte l’importo (quindi, da 200 a 600 euro).
Le nuore regole
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·         Lo Stato presume il possesso di untelevisore per tutti i contribuenti che hanno stipulato un contratto per la fornitura dienergia elettrica.
·         Chi possiede più abitazioni paga il canone una sola volta (non è chiaro se i fornitori di elettricità dovranno distinguere tra i contratti o se il contribuente dovrà comunicare o disdire qualcosa).
·         La voce in bolletta relativa al canone RAI sarà evidenziata e separata dalle altre, in modo che l’utente sappia con chiarezza quanto sta spendendo per la fornitura di energia e quanto per pagare la tassa sulla televisione pubblica.
Esenzioni
Un punto da chiarire riguarda gli adempimenti per coloro che non possiedono un televisore: in questo caso, par di capire, in bolletta ci saranno comunque anche i 100 euro di canone RAI, come dato presuntivo. Sarà probabilmente il contribuente a dover dichiarare di non possedere l’apparecchio TV prima di omettere il versamento della quota di bolletta relativa al canone.
Riscossione
Coloro che hanno le bollette domiciliate in banca pagheranno automaticamente anche il Canone con questa modalità: la legge prevede che l’autorizzazione alla domiciliazione bancaria della bolletta elettrica valga in automatico anche per il Canone RAI. La nuova modalità di riscossione del Canone RAI in bolletta non comporta nessuna sanatoria nei confronti di coloro che non hanno pagato negli anni passati, per i quali è comunque non comprovabile il possesso del televisore.
Morosità
La norma contiene la seguente precisazione: in ogni caso, il gestore di elettricità non ci rimette nulla, ovvero non deve anticipare allo Stato il pagamento del canone degli utenti morosi. Non ci sono, nel testo della norma, clausole che obbligano la società elettrica a particolari comportamenti nei confronti dei clienti che non pagano il Canone RAI (in pratica, sembra di capire che i gestori potranno continuare ad applicare le regole sullemorosità che già prevedono, indipendentemente dal fatto che dal 2016 in bolletta ci sarà anche il Canone RAI).
Applicazione
Per stabilire nel dettaglio le regole operative (anche per le aziende elettriche, che dovranno provvedere a una serie di adempimenti) è previsto un decreto ministeriale, entro 45 giorni dall’approvazione della Legge di Stabilità (quindi, entro metà febbraio). Anche le modalità per il riversamento del canone RAI all’Erario da parte dei gestori elettrici saranno stabilite dal decreto ministeriale attuativo.
Importo futuro
Ricordiamo brevemente che l’intenzione del legislatore è quella di combattere l’evasionesu questa tassa (non pagata dal 30% circa dei contribuenti), garantendo quindi alle casse pubbliche un gettito maggiore pur in presenza di un canone più basso. Secondo quanto dichiarato dal premier, Matteo Renzi, in occasione della presentazione della Legge di Stabilità 2016 dopo l’approvazione del Consiglio dei Ministri dello scorso 15 ottobre, nei prossimi anni grazie al maggior gettito il Canone RAI potrebbe progressivamente diminuire, passando ad esempio a 95 euro già dal 2017.