martedì 22 luglio 2014

Pensioni e assunzioni: le nuove proposte

Necessaria una nuova Riforma delle Pensioni per risolvere il problema esodati ma anche per garantire occupazione e pensione ai lavoratori.
Pensioni

Mentre il Governo lavora ad una soluzione strutturale per risolvere il problema deilavoratori esodati, rimasti senza pensione né lavoro dopo la Riforma delle Pensioni Fornero, e vara la sesta salvaguardia, appare evidente la necessità di rivedere il sistema previdenziale italiano per renderlo sostenibile senza penalizzare i lavoratori di oggi ed i nuovi assunti, quindi la classe lavorativa più giovane.

Servirebbe quindi attuare delle misure volte a favorire da una parte l’occupazione dei giovani e dall’altra a riordinare il sistema pensionistico nel nostro Paese tutelando i lavoratori sia nel presente che nel futuro. Tra le proposte in questo senso c’è quella, già appoggiata da Giuliano Cazzola, ex vicepresidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, e Tiziano Treu,giuslavorista ministro del Lavoro negli anni Novanta e in seguito parlamentare del Pd, in una logica bipartisan nella XVI Legislatura:
·         per evitare un nuovo caso esodati, le nuove regole di una eventuale Riforma delle Pensioni dovrebbero valere solo per i nuovi assunti e nuovi occupati;
·         si dovrebbero rendere i contributi previdenziali indipendenti dalla forma contrattuale del lavoratore, fissando un’aliquota uniforme, ad esempio del 25%-26%, per dipendenti, autonomi e parasubordinati, e dando luogo ad una pensione obbligatoria di natura contributiva;
·         bisognerebbe istituire un trattamento di base allineato con l’importo definito per l’assegno sociale e finanziato dalla fiscalità generale. Una garanzia per chi non riesca ad assicurarsi un trattamento pensionistico che andrebbe a compensare la riduzione dell’aliquota.

Una proposta che punta ad agevolare l’occupazione, riducendo il costo del lavoro con un’aliquota contributiva ridotta rispetto a quella attuale, e a rendere neutrale la tipologia scelta per il contratto di assunzione dal punto di vista pensionistico
FONTE PIM- Francesca Vingiarelli

martedì 15 luglio 2014

Lombardia: scongiurare i tagli al Fondo Sociale Regionale



Mano che taglia delle banconote di euro con una forbiceQuest’anno, infatti, a fronte dei 70 milioni di euro stanziati nel 2013, i Comuni della Lombardia ne riceveranno solo 58, per organizzare le risposte ai bisogni sociali. Lo denuncia il Forum del Terzo Settore Lombardia, che sollecita l’assunzione, da parte dei Consiglieri Regionali di tutte le forze politiche, dell’impegno a reintegrare tali risorse



«Nonostante gli appelli già lanciati in occasione dell’approvazione della prima stesura del Bilancio Regionale 2014 – denuncia in un comunicato il Forum del Terzo Settore Lombardia -, la Commissione Sanità del Consiglio Regionale ha confermato i tagli al Fondo Sociale Regionale. A fronte infatti dei 70 milioni di euro stanziati nel 2013, i Comuni ne riceveranno quest’anno dalla Regione solo 58 milioni, per organizzare le risposte ai bisogni sociali. Non molti anni fa, va ricordato, la dotazione di questo Fondo era pari a 100 milioni di euro».


«Il Fondo Sociale Regionale – viene spiegato ancora dal Forum lombardo – è il contributo regionale alla spesa sociale dei Comuni, che concorre in maniera determinante alla presa in carico di una domanda sociale che altrimenti non troverebbe risposta alcuna. In questo particolare frangente storico, ci saremmo aspettati che la Regione si impegnasse per riportare questa voce di investimento al livello dei primi anni 2000 e invece il taglio effettuato è un segnale brutto e pericoloso, brutto, perché accredita l’impressione che nel programma sociale della Giunta Regionale l’associazione di welfare e politiche di investimento fosse un mero artificio retorico, pericoloso perché gran parte dei Comuni lombardi con i bilanci ormai all’osso per questa ulteriore riduzione di risorse, si troveranno a dover tagliare o quanto meno ridurre alcuni interventi».


«È del resto provato – concludono i rappresentanti del Forum – che un allentamento delle risposte alle esigenze sociali si trasforma in un aumento della domanda di prestazioni sanitarie. Il costo economico, e non solo quello sociale, sarà quindi molto più alto del misero risparmio per le casse regionali. Anche per questo motivo chiediamo e sollecitiamo l’assunzione, da parte dei Consiglieri Regionali di tutte le forze politiche, dell’impegno areintegrare le risorse dedicate al Fondo Sociale Regionale». (S.B.)


Per ulteriori informazioni e approfondimenti: lombardia@forumterzosettore.it.


http://www.superando.it/2014/07/14/lombardia-scongiurare-i-tagli-al-fondo-sociale-regionale/

giovedì 3 luglio 2014

Semestre italiano di Presidenza UE: un’Europa per il lavoro e la crescita economica

        
Nei sei mesi che segnano l’inizio di questa nuova legislatura, l’Unione europea può gettare le basi per importanti progressi in numerosi settori. Le principali sfide di oggi rimangono: la ripresa dalla crisi economica e finanziaria, l’aumento dell’occupazione, il rafforzamento dei diritti fondamentali e il sostegno ai cittadini europei per tenere il passo con un mondo in rapido mutamento. La Pres­idenza italiana del Consiglio UE è determinata
ad affrontare queste sfide per aiutare l’UE a progre­dire. Le elezioni europee hanno dimostrato che vi è una richiesta diffusa e ancora senza risposta di cambiamento in Europa. Un nuovo inizio e una volontà radicalmente nuova sono necessari se vogliamo dare nuovo slancio al progetto europeo.
Con oltre 26 milioni di disoccupati in Europa, la creazione di posti di lavoro è un fattore chiave per riconquistare il sostegno dei cittadini al processo di integrazione europea. Dobbiamo agire per creare le premesse per un aumento della crescita potenziale, assicurando servizi pubblici adeguati e sostenibili e la salvaguardia della coesione sociale necessaria affinché i sistemi economici pos­sano beneficiare di una prosperità duratura. L’Europa ha bisogno di riforme e di innovazione, che sono i principali strumenti per la crescita. Uno sforzo di riforma di ampio respiro a livello nazionale deve coincidere con iniziative analoghe in paesi europei ed essere sostenuto da incentivi a livello europeo.
La più grande sfida dei prossimi mesi sarà quella di garantire che l’Europa sia pronta a competere nell’economia globale. La Presidenza italiana farà ogni sforzo possibile per rivitalizzare la Strategia Europa 2020 e sostenere una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Questa linea d’azione farà perno su una migliore governance della Strategia, al fine di conseguire maggiore crescita e oc­cupazione. Decisioni strategiche comuni non possono essere adottate mediante semplici strumenti di coordinamento, occorrono strumenti decisionali più efficaci per un’azione comune capace di ottenere risultati concreti e misurabili. La nostra Presidenza intende promuovere un dibattito aperto per aumentare l’efficacia e la validità della Strategia Europa 2020.
Malgrado sia emersa, negli ultimi anni, una certa disillusione per la moneta unica, rimane intatto il potenziale dell’Unione economica e monetaria (UEM) di creare benefici condivisi e un ambiente economico solido; abbiamo quindi intenzione di svilupparne la dimensione economica e sociale. Il Consiglio proseguirà il lavoro per approfondire e rafforzare l’UEM sulla base dei “quattro pilastri” della tabella di marcia inclusa nel rapporto “Verso un’autentica Unione economica e monetaria”, presentata dai quattro presidenti (di Consiglio europeo, Commissione europea, Eurogruppo e Banca centrale europea) e approvata dai leader europei nel dicembre 2012. L’attenzione sulle riforme strutturali è la pietra angolare della nuova visione che ispira l’agenda della Presidenza. Un progetto politico comune, sostenuto da una strategia di informazione adeguata, aiuterà a spiegare ai cittadini le ragioni alla base delle riforme e a dare una dimensione europea alla nuova strategia di crescita. Sforzi di riforma autentici e di ampia portata dovrebbero essere incoraggiati e sostenuti da iniziative adeguate.
Una risposta europea efficace alla crisi economica e finanziaria deve tener conto dell’importanza dell’economia reale e poter contare su solidi settori manifatturiero e dei servizi. Migliorare la competitività industriale sarà una delle attività prioritarie della Presidenza. Il settore industriale europeo, comprese le piccole e medie imprese (PMI) spina dorsale vera e propria dell’economia europea, è un fattore importante per la crescita, la produzione, l’occupazione, l’innovazione e le esportazioni. La Presidenza contribuirà a delineare un quadro che comprenda sistematicamente il “Rinascimento Industriale” in tutte le politiche che incidono sulla competitività.
In un momento di alta disoccupazione nel nostro continente, in particolare tra i giovani, una delle più grandi sfide dell’Unione europea è quella di fornire una risposta efficace al bisogno di maggiori opportunità di lavoro. La Presidenza concentrerà i propri sforzi sulla mobilità, il dialogo sociale, la creazione di posti di lavoro, la riforma strutturale dei mercati del lavoro e dell’investimento nel capitale umano. Particolare enfasi verrà posta sulla piena attuazione delle iniziative in corso per combattere la disoccupazione giovanile, in particolare tramite i meccanismi della Garanzia Giovani e dell’Iniziativa per l’occupazione giovanile, nonché attraverso il Fondo sociale europeo (FSE). In tale contesto si terrà un vertice intergovernativo sulla disoccupazione giovanile, a seguito delle riunioni tenutesi a Berlino e Parigi nel 2013.
I posti di lavoro richiederanno sempre più competenze di alta qualità e orientate al mercato del lavoro e una maggiore flessibilità. La Presidenza intende far avanzare l’agenda per l’istruzione della Strategia Europa 2020 con un focus sull’emancipazione e l’occupabilità dei giovani. La Presidenza presterà particolare attenzione alla questione dell’integrazione dei sistemi di istruzione e formazione con il mercato del lavoro, migliorando i percorsi di apprendimento basato sul lavoro (come l’apprendistato, i tirocini, ecc.). Il Consiglio continuerà ad assicurare un seguito adeguato alle iniziative presentate nel pacchetto di investimenti sociali e a lavorare per la modernizzazione e la riforma dei servizi pubblici per l’impiego. In linea con le priorità generali della Presidenza e con la Strategia Europa 2020, l’agenda per l’istruzione sarà incentrata sui temi dell’occupabilità dei giovani, l’apprendimento permanente, e l’acquisizione di competenze, con particolare attenzione alle aree tematiche scientifiche.
Nuovi e migliori posti di lavoro possono essere creati da un migliore contesto imprenditoriale per le imprese europee. Con questo obiettivo in mente, la Presidenza promuoverà un uso efficace degli strumenti europei, quali il programma per la competitività delle imprese e le piccole e medie imprese.
Ricerca e innovazione sono i pilastri della crescita sostenibile. Pertanto, la qualità dei sistemi di ricerca pubblici e privati europei è un fattore chiave per la competitività dell’industria europea, per la creazione di nuovi posti di lavoro e per un’imprenditorialità basata sulle tecnologie. A tal fine, è importante fare il miglior uso possibile di Orizzonte 2020, dei Fondi strutturali europei e dei Fondi di investimento.
Internet e le tecnologie e della comunicazione digitale sono altri strumenti importanti per modernizzare la nostra economia e i nostri ambienti di lavoro. Tale obiettivo può essere ottenuto progredendo verso un vero Mercato Unico per le comunicazioni elettroniche e i servizi on-line; potenziando le infrastrutture digitali e l’utilizzo della pubblica amministrazione quale strumento per fornire servizi digitali innovativi; promuovendo progetti a lungo termine come il cloud computing e i “dati aperti”; investendo nelle competenze digitali. In questo contesto, sarà organizzato un evento di alto livello sullo sviluppo digitale, intitolato “Digital Venice”. La Presidenza italiana intende conseguire anche un quadro di finanziamento più efficace per l’innovazione attraverso Orizzonte 2020, il più grande programma di ricerca e innovazione dell’UE, con quasi 80 miliardi di finanziamenti disponibili nei sette anni 2014-2020, e attraverso i Fondi strutturali europei, i Fondi di investimento e le iniziative della BEI.
Per stabilire un quadro europeo solido per la crescita e lo sviluppo, avremo bisogno di conciliare la politica industriale, i costi energetici e la lotta al cambiamento climatico in modo efficace. Dobbiamo continuare a gestire il clima e la politica industriale in un quadro coerente e omnicomprensivo.
In questo contesto, resta prioritario creare un settore energetico più ecologico, efficiente e sicuro. Il Consiglio promuoverà una maggiore diversificazione delle fonti e delle rotte, e una politica esterna dell’energia focalizzata sulla sicurezza energetica. Il completamento del mercato unico dell’energia contribuirà anche ad una maggiore crescita e alla creazione di posti di lavoro, garantendo al contempo una maggiore efficienza, grazie ad una vera concorrenza nel mercato al dettaglio, ad interconnessioni efficaci delle reti di trasmissione e a misure per consentire investimenti in nuove tecnologie e prevenire il rischio di “rilocalizzazione delle emissioni di CO2”.
La Presidenza italiana si propone di raggiungere un accordo sul nuovo quadro clima-energia in occasione del Consiglio europeo di ottobre 2014, che assicuri all’Unione europea dopo il 2020 il conseguimento dei suoi obiettivi climatici, anche in vista del vertice sul clima delle Nazioni Unite a settembre e delle Conferenze delle Parti alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) nel 2014 e nel 2015. Ulteriore crescita può essere ottenuta anche attraverso l’integrazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale nel più ampio ciclo di governante economica dell’Unione, trasformando così questi obiettivi in concrete opportunità di ripresa a lungo termine e di creazione di posti di lavoro verdi. Allo stesso tempo, anche l’agricoltura può offrire nuove opportunità di occupazione, soprattutto per i giovani, attraverso investimenti in settori come l’industria agro-alimentare, l’agro-turismo, la ristorazione e iniziative di tutela del paesaggio. Uno sforzo particolare sarà fatto per completare le proposte formulate nell’Atto per il mercato unico II.
Il programma della Presidenza italiana si concentrerà, inoltre, su un nuovo “approccio al mercato interno” (AIM), dal momento che l’Unione europea ha bisogno di una piattaforma economica fortemente integrata e di un insieme coerente di politiche. La nostra Presidenza aprirà quindi un dibattito sul ruolo del mercato interno per la crescita, l’innovazione e l’occupazione nel quadro della revisione di medio termine della Strategia Europa 2020.
Turismo e cultura sono fattori chiave per lo sviluppo economico e la crescita in Europa. Per quanto riguarda il turismo, la Presidenza è impegnata a sviluppare una strategia omnicomprensiva per aumentare la visibilità del marchio Europa, mantenendo la leadership del continente quale prima destinazione al mondo per il turismo culturale e sostenibile. Avremo quindi bisogno di rivolgere la giusta attenzione ai settori culturali e creativi nella realizzazione di tutti i programmi e strumenti comunitari nell’ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020.
Un’Europa più vicina ai cittadini: uno spazio di democrazia, diritti e libertà.  L’Unione europea si sta riprendendo dalla crisi economica e finanziaria iniziata alla fine dello scorso decennio. Sullo sfondo di una crescente disillusione nei confronti del progetto di integrazione europea e con l’obiettivo di rispondere alle sfide future, saranno fondamentali un rapido ritorno al normale funzionamento delle istituzioni dell’Unione europea e alla cooperazione armoniosa tra di esse. L’Unione deve consolidare le politiche che hanno consentito di superare la crisi. Se vogliamo portare avanti questo processo e affrontare le sfide politiche, economiche e sociali attuali, vi è una chiara necessità di un’Unione europea unita, attiva ed efficace, in grado di prendere decisioni rapide e mirate. La Presidenza italiana vigilerà su questa transizione, con l’obiettivo di aprire la strada a un dibattito costruttivo e ad un vero partenariato tra le istituzioni nel corso della nuova legislatura.
Il buon funzionamento delle istituzioni europee è importante nel perseguire l’obiettivo di un’Unione più efficace. La Presidenza incoraggerà una riflessione congiunta su come migliorare la governance europea. Gli Stati membri e le istituzioni europee saranno incoraggiati a esprimere le loro opinioni, con l’obiettivo di definire una nuova visione condivisa dell’UE: fortemente orientata alla crescita, alla competitività e all’innovazione; più integrata in settori quali l’UEM e il mercato unico; più democratica, responsabile e vicina ai suoi cittadini; più radicata nei principi di attribuzione, sussidiarietà e proporzionalità e quindi meno intrusiva negli ambiti che possono essere più efficacemente affrontati a livello nazionale, regionale o locale. Riconoscendo l’importanza delle questioni migratorie, la Presidenza garantirà che i cittadini rimangano al centro delle preoccupazioni dell’UE. Per sviluppare lo spazio di libertà, sicurezza e giustizia nell’ambito dei nuovi orientamenti strategici adottati dal Consiglio europeo del giugno 2014, dovremo migliorare e rafforzare la gestione integrata delle frontiere esterne nel pieno rispetto dei diritti fondamentali. In tale contesto, la Presidenza sosterrà il rafforzamento dell’acquis di Schengen, il possibile sviluppo di nuove norme sul riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di asilo e l’idea di creare un sistema europeo di guardie di frontiera. Alla luce della pressione particolarmente intensa sui sistemi di asilo nazionali di alcuni Stati membri, la Presidenza proseguirà i suoi sforzi per promuovere un’autentica solidarietà a livello europeo. In tale contesto, lo sviluppo di una politica migratoria comune europea, in grado di contribuire all’agenda dell’UE per la crescita e abbinata ad una strategia per promuovere la crescita economica nei paesi di origine dei migranti, resta una priorità per il Consiglio.
La Presidenza intende realizzare progressi nei negoziati del Consiglio sulla proposta di Regolamento che istituisce l’Ufficio del procuratore europeo. In collaborazione con le autorità degli Stati membri, l’Ufficio dovrebbe indagare, perseguire e consegnare alla giustizia gli autori di reati che incidono sul bilancio dell’Unione europea.
Un’altra priorità della Presidenza italiana è un sostanziale avanzamento dei lavori sul pacchetto per la protezione dei dati. Proseguiranno inoltre i lavori verso il rafforzamento e l’allargamento della zona Schengen.
I diritti umani e le libertà fondamentali saranno al centro della Presidenza italiana, in quanto rappresentano la pietra angolare della costruzione europea e l’elemento caratterizzante la nostra identità condivisa. La Presidenza italiana incoraggerà quindi il processo di adesione dell’Unione europea alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali.
Promuoverà inoltre il proseguimento dei lavori sulla proposta della Commissione di istituire un meccanismo di monitoraggio del rispetto dei diritti fondamentali all’interno dell’UE, ai sensi dell’articolo 7 del Trattato sull’Unione europea (TUE).
Nella stessa ottica, la Presidenza italiana sosterrà un’attenta valutazione della situazione concernente le pari opportunità per uomini e donne. In occasione del ventesimo anniversario dell’adozione della Dichiarazione di Pechino, la Presidenza ospiterà una conferenza sulla Piattaforma d’Azione di Pechino (Roma, 23-24 ottobre 2014) che includerà una valutazione degli obiettivi della Piattaforma.
La Presidenza italiana promuoverà altresì la piena attuazione del principio di non discriminazione, organizzando tra l’altro una conferenza ad alto livello con l’obiettivo di realizzare un ampio consenso sul completamento del quadro giuridico esistente che vieta la discriminazione per qualunque motivo.
 
 
Tratto dalProgramma della Presidenza Italiana del Consiglio dell’unione Europea