giovedì 3 settembre 2015

Pensioni, le ipotesi di riforma

Riforma pensioni: alle proposte Damiano e Boeri si aggiungono le ipotesi Fornero e del Governo, senza grossi tagli all'assegno di pensione anticipata.

l punto chiave è trovare soluzioni sostenibili per consentire la flessibilità in uscita e quindi la pensione anticipata: è intorno a questo tema che si concentra il dibattito sulla nuova riforma delle pensioni, su cui persino Elsa Fornero si è ora dichiarata favorevole («le condizioni di emergenza nelle quali nacque la riforma sono in parte superate»), presentando una propria ipotesi: prepensionamento in cambio di una riduzione dell’assegno del 3-3,5% l’anno.
La proposta Fornero si inserisce nel solco tracciato da altre sul tavolo da mesi, come quelle del presidente della commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano o del presidente INPS Tito Boeri. La differenza sta nella quantificazione della decurtazione:
·         Damiano prevede una decurtazione del 2% per ogni anno di pensionamento anticipato, fino a un massimo dell’8%;
·         Boeri prevede un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno, con decurtazione fino al 30%.
Una ulteriore ipotesi allo studio del Governoconfermerebbe l’impianto della Riforma Damiano prevedendo però una proporzionalità nella riduzione. Quindi, ad esempio, l’assegno scenderebbe del 2% per chi si ritira un anno prima, del 3% con due anni di anticipo, e così via.
Pensione anticipata piena?
Nelle ultime ore, si registra una novità rispetto a questa linea. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha dichiarato che la flessibilità in uscita:
«non deve essere per forza a costo zero».
Significa che non pensa più solo a misure che si autofinanziano (in sostanza, a carico di pensionati e  aziende), ma anche a coperture da parte dello Stato. Al momento, non ci sono sue proposte concrete: Poletti si è limitato a sottolineare che in ogni caso non si può tornare alle regole pre-Fornero.
Da segnalare, infine, una proposta di legge popolare della Cisl, “Per un fisco più equo e più giusto”, che propone un bonus fiscale di mille euro per i pensionati (e anche per lavoratori dipendenti, autonomi, giovani collaboratori) e l’estensione ai pensionati del bonus di 80 euro al mese già previsto per i lavoratori dipendenti.

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