lunedì 24 luglio 2017

Lettera del Fisco: cosa fare quando arriva

Missive del Fisco ai contribuenti su anomalie nel 730 o UNICO: come leggere le notifiche e come mettersi in regola o confutare gli errori riscontrati

Si chiama “L’Agenzia ti scrive: lettera di invito a regolarizzare possibili errori” l’ultima guida dell’Agenzia delle Entrate pensata per aiutare i contribuenti a capire come muoversi nel momento in cui si riceve una lettera di compliance dal Fisco che invita a verificare la dichiarazione dei redditi presentata.
Un utile vademecum per capire anche come regolarizzare la propria posizione in maniera agevolata. La guida fornisce infatti degli esempi pratici e illustra passo dopo passo come fare.

=> Precompilata, i controlli fiscali su ex UNICO e 730 

Le anomalie in dichiarazione

La guida è stata pensata a fronte delle missive che l’Agenzia delle Entrate sta inviando in questo periodo, con riferimento agli errori commessi nella dichiarazione UNICO Persone Fisiche o modello 730 presentate nel 2014, per il periodo d’imposta 2013. L’iniziativa rientra nella nuova strategia dell’Agenzia delle Entrate orientata al dialogo con i contribuenti, che incentiva l’adempimento spontaneo degli obblighi tributari.

Cosa dice la lettera

Le lettere dell’Agenzia delle Entrate perseguono proprio questo obiettivo, invitando i contribuenti che sembrano non avere compilato correttamente la dichiarazione dei redditi alla verifica delle anomalie rilevate e quindi a metterti in regola mettersi in regola, o a fornire elementi idonei a giustificarle.
Le lettere arrivano per posta ordinaria o, se è stata esercitata questa opzione, per posta elettronica certificata (PEC), o ancora nella sezione “L’Agenzia scrive” del Cassetto Fiscale, se il destinatario è registrato ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate.

=> Il Fisco 2.0 rivoluziona i controlli

Come fare i controlli

Nell’eventualità in cui si riceva una di queste lettere, la prima cosa da fare è andare a consultare il dettaglio delle anomalie riscontrate nella dichiarazione dei redditi e verificare che i rilievi fatti siano corretti. In caso si abbiano dei dubbi, è possibile richiedere ulteriori informazioni sul contenuto della lettera contattando il Centro di assistenza multicanale dell’Agenzia al numero 848.800.444 da telefono fisso o allo 06.96668907 da cellulare, selezionando l’opzione “Servizi con operatore => Comunicazione direzione centrale accertamento”, oppure recandosi presso la direzione provinciale di competenza o uno degli uffici territoriali.

Come mettersi in regola

Nel caso in cui si rilevi la correttezza dei rilievi delle Entrate, è dunque consigliabile mettersi in regola presentando una dichiarazione integrativa e versando le maggiori imposte dovute, gli interessi e le sanzioni in misura ridotta. Possono essere calcolati agevolmente con il software messo a disposizione sul sito delle Entrate nella pagina dedicata alla “Compliance per i cittadini”. Per la predisposizione e l’invio della dichiarazione integrativa è invece possibile avvalersi della nuova proceduradisponibile nella sezione “L’Agenzia scrive – Invito alla Compliance” del Cassetto fiscale.

Come controbattere

Diversamente, se si ritiene che i conti effettuati dal Fisco non siano corretti, bisogna far pervenire alle Entrate, anche mediante intermediario abilitato, tutti i fatti, gli elementi e le circostanze non conosciute dal Fisco.
Le Entrate rendono infine noti gli errori più frequenti da evitare nella compilazione della dichiarazione dei redditi per non avere problemi con il Fisco.

giovedì 20 luglio 2017

Debiti fiscali: quali sono i beni impignorabili

Dopo le procedure cautelari (fermo e ipoteca), il pignoramento è il primo atto esecutivo che l’ente di riscossione (come la nuova Agenzia delle Entrate – Riscossione) avvia previa comunicazione, con l’obiettivo di vincolare determinati beni del debitore al soddisfacimento del diritto del creditore. Scatta nel caso in cui, dopo 60 giorni (120 per debiti fino a 1000 euro), non si paghi o rateizzi la cartella esattoriale legittimamente notificata, a meno che non ci sia un provvedimento di sospensione o annullamento del debito. Esistono tuttavia dei limiti alla pignorabilità dei beni dei debitori nei confronti dell’Erario. Facciamo una panoramica completa sui beni che il Fisco non può pignorare dal sito delle piccole-media imprese pmi.it.
IMMOBILI – Limiti importanti esistono per quanto concerne le proprietà immobiliari:
  • impignorabili per debiti inferiori a 20mila euro;
  • prima dell’ipoteca, è necessario un preavviso di almeno 30 giorni;
  • prima del pignoramento è necessario iscrivere l’ipoteca e attendere 6 mesi;
  • non si può pignorare la casa se il debito complessivo è inferiore a 120mila euro e la somma degli immobili di proprietà è inferiore a tale soglia;
  • non si può mai pignorare la casa – anche se il debito supera i 120mila euro – se si tratta dell’unico immobile di proprietà del debitore (anche per quote), a patto che si tratti di un immobile di residenza, accatastato a civile abitazione e non di lusso (ossia non A/8 e A/9).
Il pignoramento immobiliare nel privato è invece consentito per qualsiasi cifra e a discrezione del creditore.
STIPENDIO E PENSIONE – Per quanto concerne il limite al pignoramento di stipendi e pensioni:
  • in banca non possono essere pignorati l’ultimo stipendio o l’ultima pensione accreditati;
  • sia che lo stipendio sia pignorato presso il datore di lavoro o ente di previdenza, o che il pignoramento avvenga in banca, non può eccedere la quota di un quinto;
  • per la pensione pignorata presso l’ente di previdenza, il quinto pignorabile va calcolato al netto del minimo vitale pari a 1,5 volte l’assegno sociale (672,10 euro).
  • in banca non possono essere pignorati i risparmi accreditati prima del pignoramento fino a 1.344,21 euro, il pignoramento si estende solo alla parte eccedente tale soglia.
BENI IMPIGNORABILI – Tra i beni impignorabili rientrano, a meno che non abbiano un significativo pregio artistico o di antiquariato: letti, tavoli da pranzo con le relative sedie, armadi guardaroba, cassettoni, frigoriferi, stufe, fornelli di cucina anche se a gas o elettrici, lavatrici, utensili. Beni ritenuti indispensabili al debitore e alle persone della sua famiglia conviventi. Impignorabili anche le polizze vita, da parte di qualsiasi creditore (privato o Fisco). Il fermo auto, invece, non è legittimo solo se il veicolo è funzionale all’attività di lavoro e il contribuente è un imprenditore o un professionista.
PROPRIETA’ E PATRIMONI COINTESTATI – Sono pignorabili i beni cointestati, ma fino al limite del 50%. In caso di proprietà immobiliare, il Fisco sottopone ad esecuzione forzata solo il 50% di proprietà se questa è divisibile, altrimenti il bene viene venduto per intero e una metà del ricavato viene restituita al contitolare non debitore.