mercoledì 26 febbraio 2020

Coronavirus Sars2-CoV-19: quanto è contagioso e chi colpisce



Il Sars2-CoV-19 non è il virus più contagioso al mondo, ma è nuovo. E la misura di prevenzione fondamentale è l'igiene personale
Non è il virus più contagioso che esista, il Sars2-CoV-19. Ha una capacità di diffondersi solo di poco superiore a quella del normale ceppo dell’influenza che circola ogni inverno. E soprattutto non è il responsabile di un’emergenza globale dopo tanti anni, proclamata ovviamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Conoscere il nemico e le sue caratteristiche ci può aiutare a mantenere i nervi saldi evitando accaparramenti di scorte alimentari, mascherine inutili per proteggersi se non ci si trova in ambienti sanitari e altre reazioni immotivate.
Ciò che conta, come sempre in caso di infezioni virali, è sempre l’igiene personale (vedi le 10 regole del ministero della Salute): lavarsi spesso (e bene) le mani è la prima, fondamentale misura di prevenzione.
Quanto può infettare il virus
Quando si parla di una malattia infettiva sono due i parametri che occorre sempre tenere presenti per definirne correttamente i contorni. Da un lato c’è la capacità del virus di infettare, che ovviamente non è la stessa per tutti i diversi ceppi, anche in base alle vie di trasmissione, dall’altro va sempre considerata la popolazione potenzialmente sensibile.
Per il coronavirus in questione, le potenzialità di contagio sono elevate ma non certo da record, si stima che l’indice di contagiosità sia di circa 2,5. Il che significa che una persona che ha contratto l’infezione sarebbe in grado di trasmetterla, in base ai modelli matematici, a due persone e mezzo in media.
Tanto per fare un esempio, l’indice di contagiosità dell’influenza stagionale è solo di poco inferiore e ci sono altri virus che, potenzialmente, hanno una capacità di diffondersi ben più significativa. Pensate ad esempio a quanto accade in caso di un’epidemia di morbillo o di varicella. In questi circostanze l’indice di contagiosità è molto più alto: ogni persona può teoricamente infettarne da 12 a 18.
È a questo punto che però la situazione cambia ed entra in gioco il secondo parametro: mentre per il morbillo o la varicella l’epidemia tende comunque ad estinguersi perché ci sono molte persone che hanno contratto l’infezione o sono vaccinate quindi spezzano la catena, nel caso del Sars-CoV-2019 in pratica non esistono contromisure diffuse da parte del sistema immunitario delle persone.
Il motivo? È un virus nuovo, completamente diverso da quelli che ci è capitato di incontrare, e quindi l’organismo non dispone di “soldati”, cioè di anticorpi, mirati nei suoi confronti. Per questo bisogna pensare a misure come l’isolamento e la quarantena, visto che per ora non esiste un vaccino. Solo “fermando” le possibilità di diffusione del virus, infatti, si può arginare la situazione dilazionando nel tempo i casi.
Chi rischia di più
Come dimostrano le cronache di questi giorni, i casi più gravi e mortali di coronavirus tendono a concentrarsi nelle persone anziane, specie se già presentano patologie. Si ripete esattamente, quindi, ciò che accade per l’influenza: il virus può diventare la goccia che fa traboccare il vaso di un equilibrio non proprio ottimale dell’organismo, scatenando quindi una serie di eventi potenzialmente gravi.
La prova viene anche da una ricerca che ha preso in esame quanto accaduto in Cina, pubblicata su Chinese Journal of Epidemiology : in base allo studio, e facendo sempre i conti con la situazione emergenziale in termini di assistenza che l’epidemia ha creato in Cina, la mortalità è stata più alta nelle persone con più di 80 anni e in caso di presenza di malattie cardiovascolari e respiratorie croniche o diabete.
In generale, sempre stando a questa fonte, che ha preso in esame oltre 72.000 pazienti, per un totale di poco meno di 45.000 casi confermati, in genere e considerando tutte le età, la mortalità appare più alta nei maschi rispetto alle femmine.
Un’ultima segnalazione da fare. Dall’inizio del nuovo millennio, l’0rganizzazione Mondiale della sanità ha lanciato altre emergenza globali: dalla Sars si è passati all’influenza suina nel 2009, per giungere poi al timore per la riaccensione di alcuni focolai di poliomielite fino ai virus Ebola e Zika. Insomma. Occorre rimanere calmi, proteggersi e, in caso di sintomi come febbre, tosse, mal di gola, non andare in ospedale ma informarsi telefonicamente con il proprio medico o con i numeri di servizio 112 e 1500.

Federico Mereta GIORNALISTA SCIENTIFICO
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domenica 23 febbraio 2020

Calo nuovi casi di contagio in Cina. Due morti sulla Diamond Princess. Allerta Corea del Sud


Sono 2.118 i decessi da coronavirus e 74.576 i contagi. "C'è un rallentamento ma non abbassare la guardia". Fuori dalla Cina oltre mille casi e 7 morti

La Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese ha reso noto che ieri sono stati rilevati 114 nuovi decessi da coronavirus e 394 contagi aggiuntivi, facendo salire il totale, rispettivamente a 2.118 e 74.576. I nuovi casi sono un drastico calo dai 1.749 di martedì, fino ai minimi da un mese circa. Hubei ha segnalato 349 altri contagi dopo la rimozione di 279 casi risultati negativi ai test dell’acido nucleico. La Cina ha cambiato (protocollo ‘No. 6 trial’) in parte i parametri di prevenzione e controllo, consentendo all’Hubei di rimuovere i “clinicamente diagnosticati”.

Gli sforzi cinesi per il controllo dell’epidemia di coronavirus “stanno funzionando”: è quanto ha detto il ministro degli Esteri Wang Yi, vedendo nella riduzione di nuovi casi il risultato della “robusta azione” messa in campo contro l’epidemia. “La Cina sta non solo proteggendo la sua gente, ma anche il resto del mondo”, ha aggiunto Wang, parlando a un appuntamento dell’Asean in Laos.
L’esperto: “Sicuro rallentamento del contagio, ma non abbassare la guardia”
L’epidemia del nuovo coronavirus sta venendo letteralmente “soffocata dalle misure eccezionali che la Cina ha deciso di adottare”, ma anche se “il rallentamento è sicuro non bisogna abbassare la guardia”: è l’analisi del fisico esperto di sistemi complessi Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston Vespignani, che sta studiando la diffusione del virus SarsCoV2 fin dall’esordio. “C’è una forte evidenza - ha aggiunto - che l’epidemia sia rallentata per le misure straordinarie”.
Due morti sulla Diamond Princess. Due persone contagiate dal coronavirus a bordo della Diamond Princess, la nave da crociera attraccata a Yokohama, sono decedute: lo riferisce la tv pubblica nipponica NHK.
In Corea una donna è superdiffusore. Altri 31 casi. La Corea del Sud ha annunciato altri 31 casi di coronavirus, portando il totale delle infezioni nel Paese a quota 82 e facendo aumentare i timori di contagio. Dei 31 nuovi casi, 30 sono a Daegu, a 300 km a sudest di Seul, l’altro è a Seul, secondo una nota del Korea Center for Disease Control and Prevention. Il 31/mo degli 81 noti pazienti è considerato un “super diffusore” dato che si ritiene abbia contagiato almeno altre 15 persone venendo a contatto con altre 166: è una donna molto attiva nella comunità di una parrocchia cristiana di Daegu.
Oms: “Fuori dalla Cina 1076 casi in 26 Paesi (più della metà sulla nave). Sette morti”
“Fuori dalla Cina ci sono 1.076 casi di Covid-19 (641 sulla nave in quarantena in Giappone) in 26 Paesi, con 7 decessi”., lo ha reso noto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel suo briefing quotidiano. “Nelle ultime 24 ore - ha aggiunto - la Repubblica islamica dell’Iran ha riportato 5 casi, di cui 2 decessi”.
Bene le borse, sale anche l’oro. La Banca centrale taglia il prime rate. Continua la corsa dell’oro sulla scia dei timori provocati dall’impatto del coronavirus sull’economia. Il prezzo del bene rifugio per eccellenza arretra leggermente a 1.609,59 dollari, dopo aver toccato un picco di 1.612,62 dollari l’oncia, il top dal marzo 2013. In rally anche il palladio che sale dello 0,5% a 2.731 dollari l’oncia.
Il taglio del prime rate da parte della Banca centrale cinese (Pboc) mette le al  alle Borse che, grazie anche al numero di nuovi contagi da coronavirus ai minimi dal 23 gennaio, chiudono la seduta in rally: l’indice Composite di Shanghai vola dell′1,84%, a 3.030,15 punti, mentre quello di Shenzhen balza del 2,15%, a quota 1.886,14. La Pboc ha limato i loan prime rate (Lpr), tra i tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali ai clienti migliori: l’Lpr a un anno scende al 4,05% dal precedente 4,15%; quello a 5 anni al 4,75% dal 4,8%.
La Banca centrale cinese si muove a sostegno del credito nel mezzo delle pressioni dell’epidemia del coronavirus, varando una sforbiciata ai loan prime rate (Lpr), uno dei tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali ai clienti migliori e un riferimento sui tassi applicati agli altri prestiti: l’Lpr a un anno, spiega una nota, è sceso al 4,05% dal precedente 4,15%; quello a 5 anni al 4,75% dal 4,8%. La misura vuole aiutare la liquidità del sistema bancario sul fronte degli finanziamenti alle imprese.

venerdì 21 febbraio 2020

Trent'anni fa moriva Sandro Pertini, il presidente più amato

Dalla Resistenza all'esultanza allo stadio Bernabeu, la storia e la parabola di un grande socialista, amato da tutti gli italiani
Mimmo Frassineti / AGF - Comizio di Sandro Pertini

Trent'anni fa se ne andava Sandro Pertini, il presidente più amato dagli italiani. Socialista dalla giovinezza fino alla morte, l'immagine di Pertini entrata nella memoria collettiva è senz'altro quella dell'esultanza allo Stadio Bernabeu, durante la finale dei Campionati del mondo del 1982, vinti dall'Italia.
Un'esultanza da ragazzino, così lontana dalle ingessate etichette della politica di quegli anni. Pertini piaceva per questo, ma fu molto di più di un presidente 'nazional-popolare'. Fu "un eroe", come disse Giuseppe Saragat, suo vecchio compagno di partito, che lo precedette di una decina di anni al Quirinale.
Pertini nasce a San Giovanni di Stella, piccolo comune dell'entroterra savonese, il 25 settembre 1896. Durante la Grande Guerra viene mandato sul fronte dell'Isonzo e gli viene conferita una medaglia d'argento al valor militare.
Anche se in un'intervista ad Oriana Fallaci, molti anni dopo, confessò la sua scarsa confidenza con le armi. "Avevo 19 anni quando andai a quella guerra. Ero sottotenente mitragliere e, un giorno, sulla Bainsizza vedo arrivare uno con le mani alzate. Fermi, dico. Si dà prigioniero. Viene avanti, cade nella trincea, e ha il volto a pezzi. Una maschera di sangue. Allora buttai via il caricatore della mia rivoltella e non ce lo rimisi mai più. Da quel giorno, andai sempre all’assalto con una rivoltella senza caricatore".
Alla fine del conflitto si laurea in giurisprudenza e si avvicina alle idee del socialismo riformista di Filippo Turati, che considera il suo "maestro". Prende la tessera del Psu, però, solo dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti e pretende che sul documento d'iscrizione ci sia la data della scomparsa del deputato socialista. Subisce ripetute aggressioni da parte dei fascisti e il suo studio di avvocato viene più volte devastato.
Nel 1925 è arrestato per la prima volta per aver diffuso un opuscolo clandestino dal titolo 'Sotto il barbaro dominio fascista'. Durante l'interrogatorio, davanti al giudice, Pertini rivendica il suo gesto, assumendosi ogni responsabilità. 
Il futuro presidente della Repubblica resta in carcere otto mesi e al suo rilascio riprende l'attività clandestina antifascista. Viene definito dalla polizia "un avversario irriducibile dell'attuale Regime" e condannato a 5 anni di confino. Per fuggire a una nuova cattura si imbarca per la Francia assieme a Turati. La fuga avviene con un motoscafo, che parte da Savona l'11 dicembre 1926 e arriva in Corsica. 
In Francia, Pertini svolge vari lavori per mantenersi, dal pulitore di taxi al manovale, dal muratore alla comparsa cinematografica. La vita dell'esiliato, però, non fa per lui e il 26 marzo rientra clandestinamente in Italia con dei documenti falsi. Lavora per riorganizzare la rete del Partito socialista e progetta un attentato a Mussolini.
Quando si trova a Pisa, però, viene riconosciuto da un fascista di Savona, che lo fa arrestare. Il 30 novembre 1929 è condannato dal Tribunale Speciale a 10 anni e 9 mesi di reclusione e a 3 anni di vigilanza speciale.
Durante il processo, il futuro Capo dello Stato rifiuta di difendersi, non riconoscendo l'autorità del tribunale e alla proclamazione della sentenza scatta in piedi urlando: "Abbasso il fascismo! Viva il socialismo!". 
Viene trasferito nel carcere dell'Isola di Santo Stefano. A causa delle sue precarie condizioni di salute, dopo un anno è spostato nel carcere di Turi dove è l'unico socialista e stringe amicizia con Antonio Gramsci.
Passano altri dodici mesi e, visto che la sua salute non migliora, Pertini viene spedito nel sanatorio giudiziario di Pianosa. I suoi amici, preoccupati, convincono la madre ad intervenire. La donna chiede a Mussolini di graziare il figlio e la reazione di Pertini è furibonda.
Anni dopo, in un'intervista, confessò di essersi pentito di aver reagito così duramente: "Oh, sì! Se penso che le scrissi: 'Io ti considero morta per ciò che hai fatto...'. Se penso che la tenni due mesi senza posta. Ero esasperato ma commisi ugualmente una crudeltà. Me ne resi ben conto il giorno in cui la censura lasciò passare una lettera dei miei amici di Savona. Era una lettera in cui mi dicevano: Sandro, tu la stai ammazzando questa povera vecchia. Lei non è colpevole, Sandro: fummo noi a cercarla e chiederle di domandare la grazia. Lei rispondeva no, non devo farla la domanda di grazia perché il mio Sandro non vuole, gliel’ho promesso, gliel’ho giurato, voglio esser degna di lui. Ma noi insistemmo'.
Appena seppi la verità, le scrissi. L’avrei rivista nel 1943, la mia mamma. Per pochi giorni. E poi non l’avrei rivista più. Morì nel 1945, lo seppi durante la Liberazione". 
Nel 1935, finita di scontare la pena in carcere, è inviato al confino, prima a Ponza e poi a Ventotene. Tre anni dopo gli viene dedicata la tessera del Psi: il suo volto compare accanto a quello di altri due socialisti imprigionati, Rodolfo Morandi e Antonio Pesenti. Viene liberato dal confino il 13 agosto 1943, pochi giorni dopo la caduta di Mussolini, dal governo Badoglio.
Torna ad essere un uomo libero dopo 14 anni. Si precipita a Roma per ricostruire il Partito socialista e viene eletto vicesegretario del Psiup. Ma la libertà dura poco. Il 15 ottobre, al termine di una riunione clandestina, Pertini viene catturato assieme a Saragat e ad altri socialisti. Sono rinchiusi a Regina Coeli e condannati a morte. 
La sentenza, però, non viene eseguita grazie a un'evasione rocambolesca organizzata dalle Brigate Matteotti. Scampato il pericolo, dopo qualche mese, Pertini si sposta nel Nord Italia, ancora sotto il dominio tedesco, e diventa segretario del Psiup per l'Italia occupata. 
Il 25 aprile 1945, qualche ora prima della liberazione di Milano, Mussolini chiede e ottiene dal cardinale Schuster un incontro con il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia. Pertini, inizialmente non reperibile, arriva in ritardo e incrocia il Duce che va via.
Arrivato nella sala, dove era da poco terminato l'incontro, mette in chiaro che nessuna trattativa può essere avviata con Mussolini. L'unica possibilità per il Duce è una resa incondizionata. Mussolini, avvertito della posizione di Psiup e Pci, non accetta e cerca di fuggire in Svizzera. Sarà fermato prima di riuscire a varcare il confine e poi fucilato.
Pertini, però, condanna lo scempio del cadavere del Duce, della Petacci e di altri gerarchi, fatto a Piazzale Loreto: "I corpi non erano appesi. Stavano per terra e la folla ci sputava sopra, urlando. Mi feci riconoscere e mi arrabbiai: 'Tenete indietro la folla!'.
Poi andai al CLN e dissi che era una cosa indegna: giustizia era stata fatta, dunque non si doveva fare scempio dei cadaveri. Mi dettero tutti ragione. E si precipitarono a piazzale Loreto, con me, per porre fine allo scempio. Ma i corpi, nel frattempo, erano già stati appesi al distributore della benzina".
Il futuro presidente ordina di tirarli giù e di portarli all'obitorio. "Io - rivendicò tempo dopo - il nemico lo combatto quando è vivo e non quando è morto. Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra". 
Il 2 agosto 1945, dopo la nomina di Nenni a vicepresidente nel governo Parri, Pertini diventa segretario del Partito socialista di unità proletaria. Un anno dopo viene eletto nell'Assemblea Costituente e sposa Carla Voltolina, staffetta partigiana conosciuta a Torino. Nel 1949, Nenni lo nomina direttore dell'Avanti!, il quotidiano del Partito socialista.
Pertini si adopera sempre a favore dell'unità del partito e cerca, senza successo, di evitare le scissioni che si susseguono dal 1947 al 1964. Nel 1953, alla morte di Stalin, celebra il dittatore sovietico: "Egli è un gigante della storia e la sua memoria non conoscerà tramonto".
E ancora nel 1956, Pertini difende la scelta dell'Unione sovietica di invadere l'Ungheria. Ma nel 1953 non era ancora uscito il rapporto di Kruscev sui crimini commessi da Stalin, e nel 1956, nella sinistra italiana, l'Unione sovietica godeva ancora del 'credito' di aver sconfitto il nazismo. 
In piena contestazione studentesca, nel 1968, arriva l'elezione a presidente della Camera. L'apice della sua carriera sembra raggiunto, ma il colpo di scena deve ancora arrivare. Nel 1978, nel pieno degli 'Anni di Piombo', il presidente della Repubblica, Giovanni Leone, è tirato in ballo nello scandalo Lockeed e si dimette.
Il Parlamento deve votare il suo successore, ma è paralizzato dai veti incrociati dei partiti. La pressione dell'opinione pubblica cresce di votazione in votazione e porta la politica a decidere: la candidatura di Pertini, dopo qualche giorno di trattativa, è appoggiata da praticamente tutto l'arco costituzionale e l'ex comandante partigiano viene eletto l'8 luglio 1978 con 832 voti su 995, la più larga maggioranza della storia repubblicana
Il suo modo di intervenire direttamente nella vita politica del Paese rappresenta una novità per il ruolo di presidente della Repubblica. È il primo Capo di Stato a dare l'incarico di formare il governo a un politico non democristiano e in occasione del terremoto in Irpinia, arriva a criticare apertamente l'operato del governo.
La moglie non lo segue al Quirinale e Pertini la sera torna nella sua mansarda di 30 metri quadri sopra la Fontana di Trevi. Termina il suo mandato presidenziale nel 1985 e si spegne il 24 febbraio del 1990, all'età di 93 anni, per le complicazioni dovute a una caduta di qualche giorno prima.
La sua eredità politica e ideale, è tutta in una frase che pronunciò davanti ai lavoratori dell'Italsider, quando era presidente della Repubblica: "Se non vuoi mai smarrire la strada giusta resta sempre a fianco della classe lavoratrice, nei giorni di sole e nei giorni di tempesta".

Alla sua morte, Indro Montanelli lo ricordò così: “Non è necessario essere socialisti per amare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità. Ci mancherà tutto di lui”

giovedì 20 febbraio 2020

Pensionamenti Scuola 2020: rinnovato l’accordo INPS - MIUR Roma


Il 18 dicembre 2019 è stato rinnovato l’accordo sperimentale, siglato il 5 febbraio 2019, tra l’INPS, l'Ufficio scolastico regionale e l'Ambito provinciale MIUR Roma.
L’accordo prevede da parte dell’Ufficio centrale Estratto conto dipendenti pubblici INPS (già denominato Progetto ECO) la definizione delle domande di riscatto, ricongiunzione e computo, presentate fino al 31 agosto 2000 dal personale scolastico nato tra il 1953 ed il 1960, con precedenza per i richiedenti pensione 2020 (pensione di vecchiaia, anticipata “legge Fornero”, anticipata “Quota 100”, Opzione donna, APE Sociale e anticipata lavori gravosi e lavoratori precoci).
È stata avviata, pertanto, la campagna informativa Pensionamenti Scuola 2020”, rivolta agli utenti interessati, personale e istituti scolastici, per garantire una corretta e puntuale conoscenza delle attività assegnate alle competenti strutture di riferimento.
Tra le iniziative di comunicazione, è stata realizzata una brochure informativa e interattiva per facilitare la consultazione del contenuto dell’accordo e l’individuazione delle competenze delle amministrazioni, coinvolte nella lavorazione dei fascicoli per la sistemazione delle posizioni assicurative.
In allegato, è possibile consultare l’opuscolo informativo “Pensionamenti Scuola 2020 - Accordo di collaborazione INPS e Uffici MIUR Roma”, con indicazione di enti e soggetti interessati, della distribuzione delle attività e delle risposte a quesiti ricorrenti.


Pensioni Scuola: domande e campagna INPS



Al via la campagna informativa INPS sui pensionamenti del comparto Scuola per le domande presentate fino al 31 agosto 2000.
L’INPS, attraverso l’Ufficio centrale Estratto conto dipendenti pubblici, provvederà alla definizione delle domande di riscatto, ricongiunzione e computo, presentate fino al 31 agosto 2000 dal personale scolastico nato tra il 1953 ed il 1960.
Secondo l’accordo sperimentale siglato il 5 febbraio tra l’Istituto e l’ambito provinciale MIUR Roma, sarà data precedenza ai richiedenti pensione 2020 (pensione di vecchiaia, anticipata “legge Fornero”, anticipata “Quota 100”, Opzione donna, APE Sociale e anticipata lavori gravosi e lavoratori precoci).
Prende il via anche la campagna informativa “Pensionamenti Scuola 2020” che si rivolge a tutti gli utenti interessati, quindi il personale e gli istituti scolastici, al fine di assicurare una corretta ed esaustiva conoscenza delle attività assegnate alle varie strutture di riferimento.
L’INPS, ad esempio, mette a disposizione una brochure informativa e interattiva per agevolare la consultazione del contenuto dell’accordo e individuare le singole competenze delle amministrazioni. Il materiale informativo contiene anche numerose risposte a domande comuni il Progetto Eco dipendenti pubblici.

mercoledì 19 febbraio 2020

La sfida degli anziani…



Il punto di vista delle associazioni del sud
Il contesto complicato
In un contesto complicato e deprivato qual è la nostra regione, è difficile invecchiare, così come è difficile crescere, istruirsi, lavorare. I tanti primati negativi che ci appartengono incidono pesantemente sugli anziani. Abbiamo indossato per molti anni la maglia nera, in Campania, dei Lea, i livelli essenziali di assistenza.
Nella misurazione della qualità dei servizi sanitari in Italia, la Campania era all’ultimo posto tra le regioni che scendono sotto la “soglia minima”. La situazione è migliorata, dice con forza il presidente De Luca. “Siamo usciti fuori dal commissariamento” grida con orgoglio.
Come non ripensare all’infelice frase dell’ex ministro della sanità, Lorenzin: “I commissariamenti hanno migliorato i conti, ma non il livello delle cure”. Non sapeva che hanno migliorato i conti abbassando il livello delle cure.
Lo sanno bene tanti anziani che hanno rinunciato ad esami e analisi mediche, a farmaci e a cure. Non si nutrono in modo adeguato. Vivono in contesti spesso di tale miseria che hanno difficoltà a farsi riconoscere come poveri e quindi destinatari di sostegni vari.
Rimangono in casa anche quando non sono più autosufficienti, spesso non per affetto ma per l’indennità di accompagnamento. Anziani a cui, al pari di tanti minori, è tolto il diritto a vivere la propria età.
Certo, ci sono anche anziani normali, costretti solo, diciamo così, a continuare a fare i capifamiglia, a farsi carico di figli e nipoti. E infine c’è una piccola quota di anziani che aspirano a una vecchiaia serena, desiderosi di apprendere e viaggiare.
Il problema delle risorse
Per tutti questi anziani, soprattutto per i più disagiati, ci adoperiamo e c’impegniamo nella realizzazione di un patto sociale, fondato su solidarietà, partecipazione, inclusione sociale.
Le risorse a disposizione sono modeste, troppo modeste, soprattutto al Sud. E se le cose vanno male nel pubblico, figuriamoci nel terzo Settore che ha un ruolo importante, ma sussidiario. Difficilmente ci sono per noi convenzioni o affidamenti.
Lo strumento diffuso di finanziamento è il progetto. Con il quale esprimiamo la nostra visione, i nostri punti fermi. Così, almeno per la durata del progetto possiamo sognare e sperimentare. Al centro c’è la persona. Donne e uomini: non beneficiari o assistiti, ma cittadini sostenuti da noi mentre esercitano i loro diritti.
Spesso ci si arroga il diritto a rappresentare i propri “assistiti”, ignorando a volte le loro vere esigenze. Non solo bisogni materiali. La nostra assistenza che definiamo “leggera”, come accompagnare una persona in una passeggiata, leggerle una poesia, coinvolgerla nella cura di un’aiuola pubblica, può venire prima di tante altre.
Un impegno politico “accentuato”nelle associazioni del Sud
C’è un impegno politico accentuato nelle nostre associazioni del Sud, lo ammettiamo. Dipende dalla nostra storia e dalla voglia di riscatto. E poi c’è la nostra convinzione che gli anziani sono chiamati a svolgere una funzione importante nel cambiamento della società che tutti auspichiamo.
Lo diciamo dalla Campania, al momento ancora la regione più giovane del paese, ma dove ampie schiere di ex giovani si avviano speditamente verso la terza età.
Considerando le loro caratteristiche, e cioè più istruiti, meno “usurati” fisicamente, più disposti alla partecipazione e alla vita sociale, occorrono vere e proprie scelte politiche per l’invecchiamento attivo: promozione della cultura di prevenzione, educazione permanente, volontariato di comunità.
E così quella che potrebbe sembrare un’emergenza demografica e un costo sociale si rivelerà una grande risorsa per la nostra regione, per tutto il paese e per la democrazia.

martedì 18 febbraio 2020

RIFORMA FISCO - Domenico PROIETTIProietti: “Bene le nuove linee di politica fiscale del Governo, ma bisogna estenderle anche ai pensionati”

Audizione Uil al Senato

18/02/2020 | Fisco. 


La UIL esprime una valutazione positiva sulle nuove linee di politica fiscale del Governo, che da un lato perseguono l’obiettivo di una maggiore efficacia al contrasto all’evasione, con le  misure  espresse  nella legge di Bilancio 2020 e dall’altro quello dell’equità, con il Decreto Legge in esame.  Lo ha dichiarato il Segretario Confederale Uil, Domenico Proietti, durante l’audizione presso la Commissione Finanze e tesoro del Senato.

Sono anni - prosegue Proietti - che sosteniamo la necessità di ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti e ai pensionati. Questo provvedimento è un primo passo importante per circa 16 milioni di lavoratori e chiediamo che venga esteso anche ai pensionati, che pagano il doppio delle tasse dei loro colleghi europei. Bisogna rendere strutturale anche la parte del taglio delle tasse attraverso le detrazioni da 28.000 a 40.000 euro.

Riteniamo, inoltre, altrettanto importante avviare una detassazione degli incrementi contrattuali, a sostegno di una nuova stagione di rinnovi e consolidare la detassazione della contrattazione di secondo livello, che renderebbe le buste paga più pesanti.

La UIL chiede, dunque, al Governo e al Parlamento di lavorare nella direzione da noi auspicata, realizzando una più complessiva riforma fiscale e introducendo misure specifiche per assicurare un sistema fiscale equo e giusto ai cittadini italiani ed eliminando le inique discriminazioni presenti tra i contribuenti.

Allerta Coca Cola, filamenti di vetro nelle bottiglie: maxi richiamo di numerosi lotti in tutta Italia



Pericolo per i consumatori, non consumare. Rischio fisico: ecco l'elenco completo dei lotti

Allerta Coca Cola, filamenti di vetro nelle bottiglie: maxi richiamo di numerosi lotti in tutta Italia.
Allerta Coca Cola, possibili filamenti di vetro nelle bottiglie
o sportello dei diritti di presieduto da Giovanni D’Agata  ha infatti teso noto che oggi,  martedì 18 febbraio 2020, il Ministero della Salute ha pubblicato ben otto avvisi di richiamo per altrettanti lotti di Coca Cola, la bevanda probabilmente più conosciuta al mondo. L’avviso riguarda bottigliette in vetro da 20 cl vendute in confezioni da 6 unità. Nel motivo del richiamo si legge: “Possibile presenza di corpi estranei (filamenti di vetro)” nelle bottigliette.
I lotti ritirati
Ecco l’elenco completo dei lotti indicati e richiamati, che provvederemo ad aggiornare in caso di ulteriori avvisi:
Coca-Cola Original Taste, lotto n° L200108, data di scadenza 07-07-2021;
Coca-Cola Original Taste, lotto n° L200107, data di scadenza 06-01-2021;
Coca-Cola Original Taste, lotto n° L191220, data di scadenza 19-12-2020;

Coca-Cola Original Taste, lotto n° L191221, data di scadenza 20-12-2020;
Coca-Cola Original Taste, lotto n° L200109, data di scadenza 08-01-2021;
Coca-Cola Zero Zuccheri, lotto n° L200109, data di scadenza 10-07-2020;
Coca-Cola Original Taste, lotto n° L191219, data di scadenza 17-12-2020;
Coca-Cola Original Taste, lotto n° L191219, data di scadenza 18-12-2020.
Come comportarsi
Come accaduto con altri richiami simili, rileva Giovanni D’Agata, “è utile seguire le raccomandazioni fornite dalla multinazionale ed in particolare di “verificare il numero di lotto riportato sul collo della bottiglia: qualora corrispondesse a quelli coinvolti, vi invitiamo a non consumare la bevanda e contattare il nostro Numero Verde – 800 534 934 – per provvedere alla sostituzione. In ogni caso, ricordiamo che è sempre possibile rivolgersi al punto vendita dove si è stato acquistato il prodotto per chiedere la sostituzione o la restituzione del prezzo d’acquisto”.
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