L’orto soprattutto rende liberi. Liberi di seguire i propri ritmi e di ascoltare quelli della natura, di non dare un valore alle ore, di parlare alle piantine di lattuga che stanno crescendo e di sorridere al pomodoro gigante che ha voluto farci un regalo con le sue dimensioni extra. Nell’orto si rimane giovani di spirito e si accettano le regole dell’avvicendamento, che interessano indistintamente tutti, uomini come ortaggi.