venerdì 24 novembre 2017

TARI sul garage: esenzione e rimborso



La sentenza della Corte di cassazione che chiarisce quando il garage privato è soggetto alla tassa sui Con l’ordinanza n. 17623/2016 la Corte di Cassazione ha chiarito che la TARI, al pari della TARSU, non è dovuta per i garage solo se esiste un’apposita documentazione che dimostri come quest’ultimo sia effettivamente adibito ad autorimessa e dunque non sia idoneo alla produzione di rifiuti.

In generale la tassa sui rifiuti è dovuta da chiunque possegga o detenga a qualsiasi titolo locali o aree scoperte ad uso privato o pubblico non costituenti accessorio o pertinenza dei locali medesimi, a qualsiasi uso adibiti, esistenti nelle zone del territorio comunale, che producano rifiuti urbani.

=> TARI, tassa rifiuti su posto auto scoperto


Esenzioni TARI

Sono invece esentati dalla TARI i locali e le aree che non possono produrre rifiuti per:

  • la loro natura;
  • il particolare uso cui sono stabilmente destinati;
  • obiettive condizioni di non utilizzabilità nel corso dell’anno.

=> TARI sul parcheggio sotterraneo


Onere probatorio

In questi casi l’onere di comunicare e di dimostrare al Comune che il garage è esente dal pagamento della TARI è a carico del proprietario poiché, ricordano i giudici supremi, le esenzioni dal pagamento della tassa sui rifiuti non scattano automaticamente ma, per ottenerle, è necessario presentare apposita dichiarazione nella quale vanno indicate le circostanze che consentono di beneficiare delle esenzioni previste, debitamente riscontrate in base ad elementi obiettivi direttamente rilevabili o ad idonea documentazione.

Questo perché, spiega la Cassazione:

“Pur operando il principio secondo il quale è l’Amministrazione a dover fornire la prova della fonte dell’obbligazione tributaria, tale principio non può operare con riferimento al diritto ad ottenere una riduzione della superficie tassabile, costituendo l’esenzione, anche parziale, un’eccezione alla regola generale del pagamento del tributo da parte di tutti coloro che occupano o detengono immobili nelle zone del territorio comunale (ex- multis, Cass. nn. 17703 del 2004, 13086 del 2006, 17599 del 2009, 775 del 2011)”.
Fonte: Sentenza Cassazione


GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO IL FEMMINICIDIO .






Sabato, 25 Novembre 2017 ore 11.00, riapriamo gli orti di via Canelli, Municipio 3, 
per l'evento denominato :

GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO IL FEMMINICIDIO .
 
Programma:
- ore 11.00 - pitturazione  di una panchina all'interno dell'area ortisti che
  vedrà coinvolti più ortisti a turno;
- apposizione di una mostra esplicativa del significato dalla giornata
  internazionale  contro la  violenza di genere.
  Realizzata dalla nostra ortista Giovanna.

Alle ore 12.00 circa seguirà piccolo rinfresco con caldarroste e vin broulè.


GLI ORTI SONO APERTI E VISITABILI
.

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giovedì 23 novembre 2017

Bonus nonni 2018: cos’è come funziona, requisiti nipoti e a chi spetta

Nella Legge di Bilancio che è ora al vaglio delle Camere spunta il bonus fiscale per i nonni che danno una mano ai loro nipoti: che si tratti di un aiuto inerente lo sport o lo studio, non fa differenza, perché le agevolazioni fiscali saranno applicate a prescindere.
Tutto è frutto di un emendamento presentato da Area Popolare che punta a rafforzare la detrazione del 19% già prevista per i figli, a tutti i parenti che fanno parte della cosiddetta “linea retta”, per cui anche ai nipoti. La misura, che per come è stata studiata ha alte probabilità di ricevere il via libera di entrambe le Camere, vuole che venga riconosciuta un’agevolazione fiscale ai nonni italiani che stando a un rapporto di Fondazione Senior Italia Federanzia, sono i più occupati d’Europa.
In Italia infatti abbiamo 12 milioni e mezzo di nonni e più di un quarto di loro si occupa direttamente dei nipoti. E se ne occupano facendogli da baby sitter, ma anche dandogli una mano dal punto di vista prettamente economico.
Molti nonni per esempio pagano la retta universitaria ai nipoti, altri si occupano del canone mensile previsto per l’attività sportiva, altri ancora intervengono sulle spese mediche e assicurative, e così via, lungo tutta una serie di interventi che fanno di questi “anziani” dei veri e propri salvagenti familiari.
Il rapporto Assimoco-Ermeneia aggiornato al 2016 ci dice a questo proposito che le famiglie italiane hanno trasferito ai loro giovani una cifra vicina ai 38.5 miliardi di euro, 30 miliardi dei quali provenienti dai genitori e 8.5 miliardi dati per mano dei nonni. Il rapporto Istat facente luce sulle condizioni di vita dei pensionati, non a caso, ci mette il carico e conferma che le famiglie italiane dove è presente almeno un pensionato sono quelle che rischiano meno la povertà: il rischio povertà è del 16.5% nei nuclei dove sono presenti dei pensionati, contro il 22.5% di tutti gli altri casi.

martedì 14 novembre 2017

SENIOR IN PIAZZA



AL VIA UNA PETIZIONE AL COMUNE MILANO - MUNICIPiO3 PER UN LUOGO CULTURALE PER GLI ABITANTI NEL QUARTIERE PORTA VENEZIA CON BIBLIOTECA E CENTRO D’INCONTRO PER ANZIANI
ADERISCI ANCHE TU!  inviando una email di adesione all'indirizzo di posta elettronica anzianiinpiazza@libero.it  La petizione sarà trasmessa al COMUNE DI MILANO.



mercoledì 8 novembre 2017

Pensioni, rivalutazione dal 2018


Rivalutazione pensioni dal 2018, come si calcola l'indicizzazione scaglione per scaglione: le regole per i diversi assegni previdenziali e il nuovo meccanismo dal 2019.

Le pensioni nel 2018 saliranno dell’1,2%, per recuperare l’inflazione misurata dall’ISTAT: dopo due anni in cui l’indice dei prezzi è rimasto piatto, l’indicizzazione torna a far salire gli assegni previdenziali. Il meccanismo di rivalutazione è previsto dalla legge 147/2013 (comma 483), in vigore fino a fine 2018, in base al quale recuperano l’inflazione in misura piena solo le pensioni fino a tre volte il minimo. La finanziaria 2014 (legge 147/2013) aveva stabilito le regole della rivalutazione parziale per il triennio al 2016, prorogate al 2018 con la legge 208/2015.


Per l’ufficialità sugli incrementi 2018 bisogna attendere un apposito decreto ministeriale, nel frattempo vediamo come si calcola l’aumento per i diversi trattamenti previdenziali.

  • Pensioni fra tre e quattro volte il minimo:
    si rivalutano al 95%, aumento dell’1,14%
  • Pensioni fra quattro e cinque volte il minimo:
    adeguamento al 75%, rivalutazione dello 0,9%
  • Pensioni fra cinque e sei volte il minimo:
    indicizzazione al 50%, aumento dello 0,6%
  • Pensioni  sopra sei volte il minimo:
    indicizzazione al 45%, aumento dello 0,54%
    Attenzione: sulle pensioni 2018 bisognerà calcolare il conguaglio della maggior rivalutazione 2015, anno in cui gli assegni sono stati superiori dello 0,1% rispetto all’inflazione (l’indice provvisorio 2014 era pari allo 0,3%, l’inflazione effettiva è stata poi allo 0,2%, il recupero non è stato ancora effettuato perché negli anni successivi l’inflazione era pari a zero, e di conseguenza l’indicizzazione avrebbe comportato un abbassamento degli assegni previdenziali che è stato evitato).
    Dal 2019, ricordiamo, torna il vecchio meccanismo di indicizzazione previsto dalla legge 388/200:

  • rivalutazione è al 100% fino a tre volte il minimo,
  • al 90% fra tre e cinque volte il minimo,
  • al 75% per i trattamenti più alti.
    Per il resto,ricordiamo che dal 2018 si rivaluta interamente anche il trattamento minimo che passa a 507,92 euro al mese (dagli attuali 501,89), così come la pensione sociale che arriva a 373,69 euro al mese ed il trattamento assistenziale per gli ultra65enni privi di reddito, che sale a 453,45 euro.