martedì 17 febbraio 2015

120.000 anziani costretti a rinunciare alle badanti

Sono molto interessanti i risultati della ricerca “L’eccellenza sostenibile nel nuovo welfare. Modelli di risposta top standard ai bisogni delle persone non autosufficienti”, realizzata dal Censis in collaborazione con la fondazione Generali. E’ stato anche rilevato che 120.000 anziani non autosufficienti hanno dovuto rinunciare alla badante per motivi economici.
I risultati dalla ricerca sono stati analizzati in un articolo pubblicato suwww.redattoresociale.it, nel quale si è fatto riferimento ad un comunicato emesso dall’agenzia Dire.
Secondo l’articolo citato i risultati principali della ricerca sono i seguenti: “Il 65% dei giovani non teme l’invecchiamento: perché lo considera un fatto naturale (53%) o perché pensa che invecchiando si migliora (12%).
A far paura è la perdita di autonomia.
Pensando alla propria vecchiaia, il 43% degli italiani giovani e adulti teme l’insorgere di malattie, il 41% la non autosufficienza.
E il 54% degli anziani fa coincidere la soglia di accesso alla vecchiaia proprio con la perdita dell’autosufficienza, il 29% con la morte del coniuge e il 24% con il pensionamento”.
Il modello di assistenza agli anziani non autosufficienti prevalente è contraddistinto dall’essere ancora nella propria casa, accuditi dai familiari o da una badante.
Le badanti sono più di 700.000 (di cui 361.500 regolarmente registrate presso l’Inps con almeno un contributo versato nell’anno) e costano 9 miliardi di euro all’anno alle famiglie.
Finora il modello ha funzionato, per il futuro però potrebbe non essere più un servizio “low cost”.
Del resto sono 120.000 le persone non autosufficienti che hanno dovuto rinunciare alla badante per motivi economici.
Infatti per molti l’impegno economico diventa insostenibile: 333.000 famiglie hanno utilizzato tutti i risparmi per pagare l’assistenza a un anziano non autosufficiente, 190.000 famiglie hanno dovuto vendere l’abitazione (spesso la nuda proprietà) per trovare le risorse necessarie, 152.000 famiglie si sono indebitate per pagare l’assistenza. E sono oltre 909.000 le reti familiari che si “autotassano” per pagare l’assistenza del familiare non autosufficiente.
E anche quando si ricorre alla badante, l’85% degli italiani sottolinea che è comunque necessario un massiccio impegno dei familiari per coprire giorni di riposo, festivi, ferie.
Per quanto riguarda le residenze per anziani (case di riposo e simili), esse non piacciono agli italiani.
Sono ospiti di strutture residenziali 200.000 anziani non autosufficienti, mentre 2,5 milioni vivono in famiglia, in casa propria o di parenti.
Le residenze per anziani non piacciono perché sono solo parcheggi per vecchi che provocano malinconia.
Ma 4,7 milioni di anziani sarebbero favorevoli ad andare in residenze se la loro qualità migliorasse.
Comunque al di là della scelta di assistere gli anziani nella propria casa o nelle cosiddette case di risposo, io credo che vi sia la necessità di lasciare meno sole le famiglie nel rapporto con gli anziani.
Dovrebbe essere sviluppata notevolmente l’assistenza domiciliare e dovrebbero essere maggiori anche i contributi economici per l’assistenza agli anziani.
Sono consapevole che sarebbero necessarie risorse finanziarie consistenti e crescenti, in considerazione del costante aumento dell’invecchiamento della popolazione.
Ma occorre trovare il modo per reperire tali risorse perché effettivamente il peso economico per gli anziani e per le loro famiglie è davvero notevole, ed anche quando si uscirà dalla crisi, sarà difficilmente sostenibile in molti casi.

FONTE 

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