lunedì 4 dicembre 2023

Punto e a capo: a galleggiare in un mare di informazioni ci si perde

  

 
Punto e a capo: a galleggiare in un mare di informazioni ci si perde
 

IL PUNTO: COS'È SUCCESSO NELLA SETTIMANA PASSATA

 

Ciao LEONARDO CARMINE,
buon lunedì. Alcuni giorni fa leggevo una riflessione sulle ondate mediatiche che viviamo. Parlava di come i giornali, i media e i social abbiano un ruolo fondamentale nel dirigere i lettori verso determinati temi e poi a sostituirli con altro. Sono onde che come nel mare arrivano, spazzano via tutto il resto e danno spazio alle prossime. Ogni tanto, a galleggiare in questa marea di informazioni, fake news, allarmismi e aggiornamenti costanti, ci si perde. Per questo oggi parliamo di Ucraina, un'ondata che è passata un po' in secondo piano negli ultimi tempi, ma che dovrebbe ancora rimanere in primo piano perché è proprio in questi momenti in cui cala l'attenzione internazionale che si viene sopraffatti. Ieri l'Economist ha pubblicato un articolo intitolato "Putin seems to be winning the war in Ukraine - for now," ovvero "Sembra che Putin stia vincendo la guerra in Ucraina - per ora," che ti consiglio di leggere. L'articolo parla di come dopo più di un anno di guerra nessuno dei due eserciti sia in grado di scacciare l’altro dalla terra che attualmente controlla e la controffensiva dell’Ucraina sia in fase di stallo. I soldati iniziano a essere provati, le armi stentano ad arrivare in tempo e il clima gelido ha peggiorato la situazione al fronte. Sembra quindi che la situazione militare sia invariata da qualche tempo, ma ciò che invece sta cambiando è la compattezza dell'UE sul proprio sostegno all'Ucraina. 

[Ucraina colpita da una forte tempesta - 26 novembre 2023]

La compattezza dell'UE non è più la stessa: diversi leader europei sembrano insicuri sul proprio sostegno militare, economico e politico all'Ucraina. Primo tra tutti il premier ungherese Viktor Orbán. Orbán infatti non intende dare il suo via libera allo stanziamento di 50 miliardi di euro di aiuti economici e nemmeno all'ingresso dell'Ucraina nell'UE (come puoi vedere dal suo tweet qui sotto). Oltre al veto di Orbán pesano anche i dubbi della Germania sulle modalità di finanziamento e funzionamento dell'EPF, l'European peace facility, il fondo da cui partono i finanziamenti militari per l'Ucraina. Sono questi cambiamenti che potrebbero costare caro e dare a Putin la vittoria che desidera. È importante rimanere compatti come UE, anche perché l'assetto attuale potrebbe cambiare dopo le elezioni europee e quelle americane imminenti. 

[Tweet del Presidente ungherese Viktor Orbán sull'adesione ucraina all'UE - 3 dicembre 2023]

P.S. La settimana passata ho partecipato ad un evento organizzato dal think tank europeo ECFR in cui si discuteva proprio di Ucraina e l'UE, insieme a Olha Stefanishyna, vice prima Ministra per l'integrazione europea ed euro-atlantica dell'Ucraina; Sylvie Kaufmann, Direttrice editoriale di Le Monde; e Marie Dumoulin, Direttrice del Programma Europa di ECFR. Puoi rivedere la discussione qui sotto. Anche venerdì scorso ho approfondito la questione insieme alla giornalista inviata per il Corriere in Ucraina Marta Serafini, in una diretta Instagram (puoi rivederla qui).

 

A CAPO: COSA TENERE D'OCCHIO PER LA SETTIMANA

  • Tra dieci giorni, il 14 e 15 dicembre, i leader dell'UE si incontreranno al Consiglio europeo per discutere, tra le altre cose, proprio sul futuro degli aiuti e sul processo di adesione di Kyiv all'UE. 
  • Ti segnalo alcune discussioni e votazioni importanti che ci saranno questa settimana in Aula: la legge di delegazione europea; la proposta di legge delle opposizioni sul salario minimo, già sostituita dal governo con una legge delega inutile (ne riparleremo); disegno di legge sul 'Made in Italy.' Mercoledì inoltre ci sarà l'informativa sulle iniziative del Ministero della difesa in merito alla guerra tra Israele e Palestina, con riferimento all'invio di aiuti umanitari.
  • Lunedì 11 dicembre alle ore 21:00 ci sarà l'ultimo incontro del ciclo che ho organizzato per approfondire alcuni aspetti del PNRR. Saremo a Rho, in via Buon Gesù 8, insieme a Paola Bocci, Carlo Borghetti, Elena Carta e Andrea Orlandi per parlare di PNRR e asili nido. Proprio pochi giorni fa infatti, rivedendo il PNRR il governo ha ridotto drasticamente i posti degli asili nido: da 264.480 sono diventati 150mila. Di questi 150mila posti poi si calcola che probabilmente soltanto 50mila verranno garantiti. Nessuna altra voce del Piano è stata sforbiciata così tanto e per giustificarsi il governo ha citato l’inflazione, ma non si capisce come mai questa si accanisca solo sui cantieri dei nidi.
 

A lunedì prossimo, 

A U G U R O N I

Lia

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