Pierfrancesco Majorino, neo assessore alle Politiche sociali, parte da qui per riorganizzare il lavoro del Comune in materia di migranti: «L'amministrazione deve farsi carico della questione - spiega - e governare sia i processi di immigrazione sia il fenomeno dei profughi, non lavarsene le mani come ha fatto finora». Ecco allora le prime proposte concrete: un tavolo dei migranti costituito da giovani di seconda generazione, il potenziamento dell'ufficio stranieri oggi quasi paralizzato, un Albo di saggi che diano suggerimenti sulle politiche sociali, uno staff di giovani per mettere in campo strategie innovative di integrazione e «una porta sempre aperta alla città per ascoltare e accogliere nuove idee che diano una mano a cambiare Milano».
In una città record per la presenza di stranieri regolari (250 mila, pari a un quarto di quelli di tutta la Lombardia), l'assessore avrà certamente parecchio lavoro. Ma l'entusiasmo non manca: «A Milano ci sono 42.359 minori figli di genitori stranieri - racconta - . Loro sono il nostro futuro, esattamente come lo sono i nostri figli. Vorrei che smettessimo di avere paura della diversità, e avessimo invece il coraggio di includere, anziché escludere». Perché, pur riconoscendo che «l'immigrazione può portare alcuni problemi», Majorino è convinto di poterli affrontare e risolvere «solo cambiando radicalmente la politica sui migranti». Se fino a oggi «l'amministrazione ha fatto finta che non esistessero gli stranieri, occupandosi del problema solo nelle situazioni di emergenza, noi vorremmo iniziare da politiche pubbliche coraggiose».
L'idea è quella di partire dalla seconda generazione, come risorsa straordinaria da cui attingere per comprendere le necessità delle tante comunità straniere. Ma anche come punto di partenza per costruire una cittadinanza più consapevole. A tutti quelli che compiranno 18 anni quest'anno, l'assessore Majorino manderà una lettera per ricordare loro che hanno un anno di tempo per chiedere la cittadinanza italiana con percorso privilegiato. Allo scadere dei 12 mesi, infatti, saranno costretti a seguire l'iter previsto dalla legge per tutti gli stranieri, molto più lungo e complicato. E per portare un po' di aria nuova nelle stanze di largo Treves di cui Majorino ha appena preso possesso, l'altra idea è quella di istituire un Albo di saggi, «pensionati ancora dinamici che abbiano voglia di partecipare - continua l'assessore - al rinnovamento di Milano, sotto forma di volontari, portando le loro idee e la loro esperienza. Vorrei scrivere insieme a loro il nuovo piano delle politiche sociali». Una squadra di consiglieri anziani che, insieme allo staff di giovani con cui Majorino ha intenzione di lavorare, contribuiscano a fare di Milano una città che rifugge ogni forma di discriminazione, «a partire da quella trai bambini che frequentano le nostre scuole».
-TERESA MONESTIROLI La Repubblica 20 giugno 2011 — pagina 4 sezione: MILANO
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