sabato 9 gennaio 2016

Dal ddl Boschi al terzo settore: leggi e riforme in arrivo nel 2016


Governo
Aula del Senato durante la discussione sulle riforme Costituzionali, Roma, 17 settembre 2015. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Il ddl Boschi arriverà alla Camera il prossimo 11 gennaio: per ottobre è previsto il referendum confermativo
Riforma costituzionale, diritti civili e ancora agricoltura, pubblica amministrazione, associazionismo e terzo settore. Sono questi gli obiettivi che il governo punta a raggiungere per questo 2016 attraverso i decreti in attesa dell’approvazione del Consiglio dei ministri e i disegni di legge nell’agenda parlamentare.
Uno dei più importanti per il governo è senza dubbio la Riforma costituzionale firmata dal ministro Boschi e che prevede il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del titolo V della parte seconda della Costituzione. Dopo l’approvazione in terza lettura a Palazzo Madama lo scorso 14 ottobre, nel 2016 il testo proseguirà il suo iter e arriverà alla Camera il prossimo 11 gennaio per poi tornare, a tre mesi di distanza, come previsto dalla Carta, in entrambi i rami del Parlamento per il sì definitivo in primavera. Infine, saranno gli elettori a esprimersi sulla riforma attraverso il referendum che si terrà probabilmente a ottobre.
Parlando di diritti civili, sempre a gennaio proseguirà l’iter di due proposte di legge molto attese e discusse: quella sulla cittadinanza e quella sulle unioni civili. La prima, dopo una prima approvazione della Camera a ottobre scorso, approda in Senato, in commissione Affari costituzionali, dal prossimo 12 gennaio. Il provvedimento prevede nuove modalità – più semplici e rapide – per la richiesta e ottenimento della cittadinanza da parte dei figli dei cittadini stranieri in Italia. Attualmente l’acquisizione della cittadinanza avviene per ius sanguinis per i nati nel nostro Paese da almeno un genitore italiano e, in alcuni casi molto limitati, per ius soli. Altra possibilità oggi percorribile è quella riservata agli stranieri nati in Italia che vi abbiano risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età e che dichiarino, entro un anno dal compimento dei 18 anni, di voler acquistare la cittadinanza italiana. Il provvedimento in esame introduce due nuovi modi di acquisto della cittadinanza, per ius soli temperato e per ius culturae. A Montecitorio, a ottobre, i parlamentari di Lega, Fdi e FI hanno votato contro la proposta di legge che a loro avviso è un modo per “regalare” la cittadinanza “a chi non riconosce le nostre leggi”, è stato il commento dei parlamentari del Carroccio.
Altro appuntamento molto atteso è quello delle unioni civili: il ddl Cirinnà è uno dei testi su cui Renzi e tutto l’esecutivo hanno insistito negli ultimi mesi in un botta e risposta molto vivace con i centristi che si oppongono al testo perché vedono nella stepchild adoption un pericolo di apertura alla pratica del cosiddetto “utero in affitto”, pratica attualmente vietata dalla legge 40. Ma sull’adozione del figlio del partner, buona parte del Pd (con qualche malumore degli esponenti cattolici) non intende tornare indietro. E su questo punto è tornato anche Renzi in modo piuttosto chiaro nella conferenza stampa di fine anno: “Non ci sarà lo stralcio della stepchild adoption. Io non mi tiro indietro, la discussione deve essere rapida e deve avere tempi di realizzazione stretti”. Il testo, che inizialmente doveva arrivare nell’aula di Palazzo Madama prima della legge di stabilità, è stato calendarizzato in Senato per il prossimo 26 gennaio, ma all’orizzonte non si prospetta un’approvazione semplice. A nome dei centristi il senatore Maurizio Sacconi annuncia già ora battaglia per tutelare “il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. I diritti non devono mai essere confusi con i desideri”. E all’interno del Pd anche alcuni cattolici continuano a chiedere il confronto su alcuni punti della proposta di legge. Il Partito democratico, però, potrebbe riuscire a ottenere l’ok della maggioranza del Senato con il supporto di Sel e del Movimento 5 stelle. Oltre al pdl Cirinnà, c’è un altro testo molto atteso e che giace da tempo in Parlamento: quello sull’omofobia. Non si parla di date, ma il premier in conferenza stampa ha assicurato di aver “parlato con il sottosegretario Scalfarotto” e che “il nostro impegno è che la legge sull’omofobia si concluda, mi auguro nel 2016″.
Arriverà in Consiglio dei ministri, probabilmente il 15 gennaio, la prima sfilza di decreti che formano il primo pacchetto attuativo della riforma della Pa, targata Marianna Madia. Le dieci misure andranno a incidere sulla Pubblica amministrazione in attesa di una seconda tranche di decreti, che dovrebbe arrivare in primavera, e del Testo unico del pubblico impiego che prevede, tra le altre cose, i licenziamenti anche per i dipendenti statali. Il primo pacchetto di riforme contiene una stretta sulle partecipate e sugli stipendi dei manager che saranno proporzionali alla qualifica e all’impresa guidata e prevedranno dei tetti massimi. Niente buone uscite e, laddove i risultati economici siano negativi a causa della cattiva gestione, stop ai premi. Non solo. Nelle società partecipate da enti locali, con quote di maggioranza e un certo rilievo potrebbe addirittura essere possibile la revoca dopo due anni in rosso. Tra i decreti anche quello che prevede l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell’Arma dei carabinieri. Nella riforma anche una serie di misure per sbloccare la burocrazia con una riduzione dei tempi di attesa, uno snellimento nelle pratiche e la garanzia di maggiore trasparenza per i cittadini.
Dal pubblico impiego al settore agricolo. Oltre alle misure contenute nella legge di stabilità 2015 approvata nei giorni scorsi, è atteso in Senato anche il disegno di legge, a firma del ministro Martina, insieme a Orlando e Poletti, contro il caporalato e il lavoro nero in agricoltura, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 13 novembre. “Il 2016 deve essere l’anno della svolta” ha detto Martina, parlando del ddl che prevede “un inasprimento delle pene ma anche un cambiamento di natura delle pene: non solo mere sanzioni di natura reclusiva ma anche patrimoniali, con il sequestro dei beni e anche dei patrimoni accumulati” ha spiegato Orlando. Strumenti che, aggiunge il ministro “hanno più forza deterrente del carcere”. E poi a Montecitorio c’è il disegno di legge per semplificazioni, razionalizzazione e competitività nel settore agricolo collegato alla manovra 2015, approvato dal Senato e ora in esame in commissione Agricoltura in sede referente.
Territorio e ambiente sono le altre due questioni al centro di due decreti attualmente all’esame dell’assemblea della Camera: Misure urgenti per interventi nel territorio, da approvare entro il 24 gennaio, che prevede disposizioni urgenti per far fronte a particolari esigenze o in occasione di determinati eventi (il Giubileo, ad esempio); e Interventi per l’Ilva di Taranto, il cosiddetto decreto Ilva, in scadenza il 2 febbraio.
Depositato da ormai due anni il ddl Lorenzin, che affronta, in particolare, la questione degli ordini professionali e le norme sulla ricerca clinica e sperimentale, è in attesa dello sblocco in Senato: attualmente infatti è attualmente all’esame della commissione Igiene e sanità in attesa di poter ricevere l’ok dall’aula, probabilmente a gennaio, per poter tornare poi alla Montecitorio.
Complessa anche la questione del settore giustizia con la delega al governo per la riforma al processo civile attualmente all’esame della commissione Giustizia della Camera in sede referente oltre al ddl sulla prescrizione approvato a marzo alla Camera, ma in attesa di essere messo in agenda a Palazzo Madama. Prosegue anche l’iter della legge annuale sulla concorrenza, approvata alla Camera e ora in commissione Industria del Senato. Qualche timore è stato sollevato recentemente dal procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, secondo il quale il ddl “azzera le maglie dei sistemi di controllo e apre un varco formidabile per l’ingresso delle organizzazionimafiose negli appalti”.
Un altro disegno di legge delega è quello sul terzo settore. Oltre alle misure contenute nella legge di Stabilità, è previsto il ddl delega per la riforma del terzo settore, in esame in prima commissione al Senato, e sono in arrivo, come annunciato nelle scorse settimane dal sottosegretario al Welfare Luigi Bobba, dei decreti ministeriali pronti per gennaio per le imprese sociali. E sul terzo settore e l’associazionismo Renzi è tornato anche nella conferenza stampa di fine anno: “Il 2016 non sarà solo l’anno delle unioni civili ma anche dello ius soli temperato, del servizio civile per tutti, della legge sul terzo settore. Queste non sono cose di sinistra, sono cose di buon senso” ha detto Renzi presentando il 2016 come l’anno della svolta dal punto di vista dei diritti e del sociale: “Se il 2015 è stato l’anno delle riforme, il 2016 sarà l’anno dei valori”.

1 commento:


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