Riforma pensioni: alle proposte Damiano e Boeri si aggiungono le ipotesi Fornero e del Governo, senza grossi tagli all'assegno di pensione anticipata.
l punto chiave è
trovare soluzioni sostenibili per consentire la flessibilità in
uscita e quindi la pensione anticipata: è intorno a questo tema che
si concentra il dibattito sulla nuova riforma delle pensioni, su cui persino Elsa
Fornero si è ora dichiarata favorevole («le condizioni di emergenza
nelle quali nacque la riforma sono in parte superate»), presentando
una propria ipotesi: prepensionamento in cambio di una
riduzione dell’assegno del 3-3,5% l’anno.
La proposta Fornero
si inserisce nel solco tracciato da altre sul tavolo da mesi, come quelle
del presidente della commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano o
del presidente INPS Tito Boeri. La differenza sta nella
quantificazione della decurtazione:
·
Damiano prevede una decurtazione del 2% per ogni anno di pensionamento
anticipato, fino a un massimo dell’8%;
·
Boeri prevede un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno, con
decurtazione fino al 30%.
Una ulteriore ipotesi
allo studio del Governoconfermerebbe l’impianto della Riforma
Damiano prevedendo però una proporzionalità nella
riduzione. Quindi, ad esempio, l’assegno scenderebbe del 2% per chi si
ritira un anno prima, del 3% con due anni di anticipo, e così via.
Pensione anticipata piena?
Nelle ultime ore, si
registra una novità rispetto a questa linea. Il ministro del
Lavoro, Giuliano Poletti, ha dichiarato che la flessibilità in
uscita:
«non deve essere per forza a costo
zero».
Significa che non
pensa più solo a misure che si autofinanziano (in sostanza, a carico di
pensionati e aziende), ma anche a coperture da parte dello Stato. Al
momento, non ci sono sue proposte concrete: Poletti si è limitato a
sottolineare che in ogni caso non si può tornare alle regole pre-Fornero.
Da segnalare, infine,
una proposta di legge popolare della Cisl, “Per un fisco più
equo e più giusto”, che propone un bonus fiscale di mille euro per i pensionati
(e anche per lavoratori dipendenti, autonomi, giovani collaboratori) e
l’estensione ai pensionati del bonus di 80 euro al mese già previsto per i
lavoratori dipendenti.
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