<Lo IUniScuoLa condivide lo stato di agitazione e l'annuncio di uno sciopero nazionale entro la metà del prossimo novembre se sulle questioni sollevate non arriveranno risposte convincenti da parte del Governo.>
"Che non ci sia stato il temuto “taglio” di un miliardo dei fondi destinati alla sanità pubblica è certamente una buona notizia. Ma sui finanziamenti per rinnovare i contratti, le assunzioni e le stabilizzazioni del personale non ci siamo. Questa, in sintesi, la posizione dell'Intersindacale che riunisce larga parte delle organizzazioni di medici, veterinari e dirigenti sanitari del Ssn.
Nell'incontro con i media di mercoledì 19 ottobre, pertanto, i sindacati hanno confermato lo stato di agitazione e si sono dichiarati pronti a proclamare uno sciopero nazionale entro la metà del prossimo novembre se sulle questioni sollevate non arriveranno risposte convincenti da parte del Governo.Secondo i sindacati, i 150 milioni stanziati dalla manovra per le assunzioni di 3 mila medici e 4 mila infermieri non incide sul blocco del turn over. Stando ai loro calcoli, piuttosto, il Servizio sanitario pubblico avrebbe bisogno di assumere almeno 12 mila medici solo per compensare i pensionamenti del triennio 2012-2014 e per applicare la direttiva dell'Unione europea sull’orario di lavoro. Senza contare, però, che nel triennio 2017-2020 andranno in pensione almeno altri 20 mila medici. Quanto ai precari da stabilizzare i sindacati sostengono che siano almeno 13.500, mentre sul finanziamento dei nuovi contratti (1,9 miliardi per tutta la Pubblica amministrazione) stimano che ai medici andranno in media 115 euro mensili lordi a testa: una cifra giudicata «insoddisfacente».
L'Intersindacale ha quindi illustrato le proprie proposte/richieste: implementare le risorse disponibili per un finanziamento del triennio contrattuale «coerente con il valore e la funzione sociale del nostro lavoro»; prevedere, anche per la sanità pubblica, la defiscalizzazione del salario di produttività; estendere al settore pubblico le agevolazioni del cosiddetto “welfare aziendale”; recuperare i tagli lineari ai fondi contrattuali; ristabilire i meccanismi contrattuali; accelerare la stabilizzazione dei precari e l’aumento dell’occupazione giovanile"
FONTE HealthDesk
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