Questo virus ci sta portando
via tanti nonni e bisnonni, ci sta sottraendo una generazione. Di esempio, di
amore, di storie, di vita.
Ricordo che i miei nonni mi
davano forza anche solo a vederli, nelle normali attività di ogni giorno. Nonno
Romano che andava in campagna, nonno Guido che faceva il pane e i dolci, nonna
Clotilde che faceva la rasdora e governava una famiglia che pe numero era quasi
una comunità, nonna Olga che stava dietro il banco della bottega alimentare.
Quanto ho imparato da loro senza che salissero in cattedra!
La forza nei nonni si scopre
anche solo a guardarli. La forza dei nonni è nello sguardo, nelle parole, nei
piccoli gesti quotidiani. Questo virus ci sta portando via tanti nonni e
bisnonni, ci sta sottraendo una generazione. Di esempio, di amore, di
storie, di vita.
Fisicamente fragili,
umanamente fortissimi: ma il virus non guarda l’aspetto umano, il virus attacca
il fisico in cui abita l’umanità della persona e lo trasforma, e la trasforma.
Speriamo che con tutti i nostri buoni comportamenti, di tutti, il virus
abbassi i suoi attacchi fino a non essere più pericoloso. Ma intanto
dobbiamo piangere nonni e nonne che magari combattevano da anni contro malattie
anche gravi ma conosciute fino all’arrivo del subdolo invisibile nuovo nemico.
Se non riusciamo a stare
vicino ai nostri nonni e alle nostre nonne fisicamente, dobbiamo riuscire ad
essere loro vicini virtualmente, affettivamente, a distanza ma con trasporto.
Basta una telefonata, basta un messaggio, basta anche una video chiamata:ho
visto nonni e nonne ottantenni che si sono rapidamente convertiti alle video
chiamate e alla condivisione di affetto a distanza. Viva i videononni. Rendiamo
intelligenti, umani e affettuosi i mezzi di comunicazione. Un telefono
diventa più intelligente se serve a creare umanità.
Mi ha colpito moltissimo, a
proposito di nonni e di mezzi di comunicazione, quello che ha raccontato un
medico del reparto di emergenza di Senigallia. Pur bardati da astronauti
avvicinano un telefonino alla bocca del nonno e della nonna che stanno molto
male e li fanno salutare dai figli, dai nipoti, dai parenti. E il medico ha
descritto gli sguardi, gli occhi, le espressioni che si possono cogliere da
sotto la mascherina, da sotto il facciale, quando sentono la voce dei cari al
telefono, loro isolati e molto ammalati, in crisi di respiro. Da brivido. Da
commozione profonda.
I nonni e le nonne sono le
nostre radici, coltiviamole e curiamole fin che possiamo. Ricordo che quando
andavo a trovarli non perdevo occasione per fotografare o registrare qualcosa,
un saluto, una frase, una espressione.
La nonna Clotilde in cortile
a guardare le galline che rientravano nel pollaio, la nonna Olga alla finestra
a guardare i passanti e a rammentare gli anni della pasticcera e del forno, il
nonno Guido che tornava dal lavoro in bicicletta, il nonno Romano sul motorino
con il tabarro e l’immancabile toscanello, ma ance sul trattore a trainare il
carro per raccogliere le botole, com’erano pesanti quelle botole.
La forza dei nonni la senti
nell’atmosfera, l’avverti nell’aria, la senti a pelle. Tanti ma tanti anni fa
ero seduto sulla riva di un canale, ero poco più che bambino. Guardavo quei
signori che curavano le rive, rafforzando argine e sponde. Faceva freddino, era
novembre. Uno di quei giorni in cui la nebbia ti punge lo stomaco e scopri che
anche le ombre possono farti compagnia.
Ero seduto in cima alla riva
e si è avvicinato mio nonno. Mi ha detto ciao. E dal lato in cui si avvicinava
ho avvertito un tepore, un calore non solo umano, difficilmente compatibile con
la stagione. La forza dei nonni la senti anche così: sulla pelle, sulla
guancia, con un sussulto dello stomaco. Verrà un giorno in cui i nonni
torneranno forti anche di fisico. E sarà finalmente un bel giorno per il mondo.
Fabrizio Binacchi | 30 Marzo 2020
http://www.pensalibero.it/la-forza-dei-nonni/
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