- Poiché una scossa al nostro Paese non potrà nascere da questa classe politica, ovunque collocata, mi auguro (con non molte speranze) che il più sonoro dei NO faccia saltare questa inutile riforma, buona solo per i 5Stelle bisognosi di esibire un trofeo.-
Ha scritto sul Messaggero Luca Ricolfi, che in Italia i
contributi vengono dati a pioggia, come aiuto o risarcimento. Dunque, secondo
una visione assistenziale. Non vengono cioè dati con l’obbiettivo di
creare nuova ricchezza. Il sociologo giornalista, non lo ha affermato
esprimendo un giudizio politico o generico. Si è riferito a quello che sta
avvenendo, da parte di questo governo come misura per fronteggiare la crisi
economica derivante dalla attuale pandemia. Ma non per questo hanno da essere
lieti gli oppositori dell’esecutivo giallorosso. Perché, imparziale e
minuzioso. Ricolfi ha tolto subito ogni illusione agli oppositori di oggi,
ricordando, soprattutto alla Lega, che quota cento per le pensioni e il reddito
di cittadinanza, due delle misure che maggiormente incidono sulle casse dello
stato, senza alcun beneficio riflesso per la collettività e per la crescita
economica, sono “capolavori” da addebitare alle forze politiche che
maggiormente avevano profittato della politica spendereccia della classe
politica precedente.
La considerazione di Ricolfi è giusta e sconfortante. Ci
mette, come Paese, di fronte ad una realtà durissima l’alternanza dei governi
non ha senso alcuno visto che tutti fanno le medesime cose. Il che vale anche
nella politica politicante, nelle riforme elettorali e, addirittura, nelle riforme
costituzionali. Tutti hanno lasciato la loro impronta lungo un percorso che ci
ha portato sempre più in basso nella illusione di favorire i piani della
propria parte politica. Fino dai tempi della “prima repubblica”, la più grande
maledizione che impediva di portare a compimento vere e grandi riforme, capaci
di fare invertire il senso di marcia, era l’instabilità dei governi: la loro
scarsa durata, mediamente poco più o poco meno di un anno. Si diceva,
all’epoca, che anche un governo di cretini sarebbe stato meglio di un governo
di fenomeni, purchè durasse una intera legislatura. Ed è in nome di questa
stabilità che sono state varate norme elettorali che non solo non raggiungevano
l’obbiettivo ma erano vere e proprie truffe. Eppure, una possibile soluzione
era a portata di mano. Tutti la conoscevano ma nessuno l’ha mai nemmeno
tentata. Diversi Paesi europei l’hanno inserita della loro Costituzione, ma
l’esempio più citato è quello della Germania federale, già dal 1949: un
Cancelliere non si sostituisce se non ci sono già i voti per nominarne un
altro. Ma, piaccia o non piaccia, queste sono cose che si fanno quando si pensa
all’interesse generale, non a favorire qualcuno o sfavorire qualcun
altro.
Non sfugge a questo infimo livello il taglio dei parlamentari
per approvare definitivamente o per respingere il quale ci recheremo a votare
il 20 e 21 settembre. Di serio non cambierà niente, quale che sia l’esito. Ha
raccolto in parlamento una quasi unanimità di facciata ma c’è da giurare che la
maggior parte dei deputati e dei senatori speravano che qualche incidente ne
avrebbe impedito il taglio del traguardo. Ecco, poiché la penso come Ricolfi e
sono convinto che una scossa al nostro Paese non potrà nascere da questa classe
politica, ovunque collocata, mi auguro (con non molte speranze) che il più
sonoro dei NO faccia saltare questa inutile riforma, buona solo per i 5Stelle
bisognosi di esibire un trofeo. Gli effetti di questo NO potrebbero essere una
buona partenza per fare deflagrare gli attuali vischiosi equilibri e
aprire una fase interessante con la nascita di qualche soggetto nuovo.
Nicola Cariglia | 31 Agosto 2020 Ponte PensaLibero
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