Dalla Puglia e dalla Toscana è possibile ricavare utili
suggerimenti. Soprattutto da Giani che non solo ha sconfitto tutti i pregiudizi
nei suoi confronti; ha saputo anche creare un saldo schieramento proprio grazie
al suo profilo di riformista, socialdemocratico, laico, dialogante, inclusivo.
Non credo che i risultati del 20 e 21 settembre siano tali da
provocare sconvolgimenti negli assetti politici attuali. Anzi, penso proprio
che abbiano dato una boccata di ossigeno ai sostenitori dell’alleanza
PD-5Stelle. Anche perché il centrodestra ha ottenuto un risultato ampiamente
deludente. Soprattutto ha indebolito la leadership di Matteo Salvini insidiato
all’interno della Lega dal presidente del Veneto, Luca Zaia anche se nemmeno la
Segretaria di FdI, Giorgia Meloni ha motivo di gioire e deve, al momento,
accantonare le ambizioni di essere lei la locomotiva dello schieramento.
La vittoria del Si al referendum era ampiamente annunciata.
Il No è stato superiore a quanto potevano lasciare intendere le condizioni
della informazione riguardo al quesito referendario. E, comunque, il risultato
numerico raggiunto dai contrari alla riforma, oltre il 30 per cento, stride grandemente
con il numero esiguo di senatori, appena il 3%, che si opposero in parlamento.
Il taglio dei parlamentari non sarà un dramma se si terrà fede alle promesse di
apportare i dovuti correttivi agli effetti collaterali che rischia di provocare
questa riforma costituzionale abborracciata e confusa.
Ma saranno piuttosto i risultati delle sei Regioni più
importanti dove si è votato a fare a movimentare la nostra politica. Il più
soddisfatto è certamente Nicola Zingaretti che non a caso, è stato il primo a
sottoporsi alle interviste delle reti televisive. Le funeree previsioni della
vigilia che lo riguardavano sono state smentite dai risultati. Ha salvato
Toscana e Puglia e nelle Marche la sconfitta è stata più che onorevole.
Al contrario di Zingaretti, pronosticato perdente ed uscito
vincitore, Salvini ha fatto il percorso a ritroso. La straripante vittoria
della Lega in Veneto appartiene in realtà a Zaia e non si sa quanto possa
rendere felice il leader della Lega. Lo schieramento di centrodestra resta ancora
la forza maggiormente presente nel Paese (purchè unito).
Per Zingaretti, il PD ed una più o meno vasta area laica e
riformista che non ha riferimenti di partito, i risultati delle regionali
suggeriscono di riflettere sul modo migliore di dare vita ad uno schieramento
altrettanto forte da contrapporre al centrodestra a livello nazionale. Dalla
Puglia e dalla Toscana è possibile ricavare utili suggerimenti. Soprattutto da
Giani che, rispetto ad Emiliano risponde maggiormente ai canoni della politica
classica. Giani ha vinto combattendo contro nemici interni ed esterni. Ha
superato la maledizione che vuole che la sinistra abbia proprio a sinistra i
suoi maggiori nemici. Ed era predestinato ad averli, a causa del suo pedigree
socialista. Ecco, non solo ha sconfitto tutti i pregiudizi nei suoi confronti;
ha saputo anche creare un saldo schieramento proprio grazie al suo profilo
di riformista, socialdemocratico, laico, dialogante, inclusivo. Che sia
questo il profilo giusto che dovrebbe avere il partito che manca in Italia e
del quale c’è così tanto bisogno?
Nicola
Cariglia | 21 Settembre 2020
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