venerdì 25 settembre 2020

Regionali: è 3 a 3 ma il vincitore è Zingaretti

 

Dalla Puglia e dalla Toscana è possibile ricavare utili suggerimenti. Soprattutto da Giani che non solo ha sconfitto tutti i pregiudizi nei suoi confronti; ha saputo anche creare un saldo schieramento proprio grazie al suo profilo di riformista, socialdemocratico, laico, dialogante, inclusivo.

Non credo che i risultati del 20 e 21 settembre siano tali da provocare sconvolgimenti negli assetti politici attuali. Anzi, penso proprio che abbiano dato una boccata di ossigeno ai sostenitori dell’alleanza PD-5Stelle. Anche perché il centrodestra ha ottenuto un risultato ampiamente deludente. Soprattutto ha indebolito la leadership di Matteo Salvini insidiato all’interno della Lega dal presidente del Veneto, Luca Zaia anche se nemmeno la Segretaria di FdI, Giorgia Meloni ha motivo di gioire e deve, al momento, accantonare le ambizioni di essere lei la locomotiva dello schieramento.

La vittoria del Si al referendum era ampiamente annunciata. Il No è stato superiore a quanto potevano lasciare intendere le condizioni della informazione riguardo al quesito referendario. E, comunque, il risultato numerico raggiunto dai contrari alla riforma, oltre il 30 per cento, stride grandemente con il numero esiguo di senatori, appena il 3%, che si opposero in parlamento. Il taglio dei parlamentari non sarà un dramma se si terrà fede alle promesse di apportare i dovuti correttivi agli effetti collaterali che rischia di provocare questa riforma costituzionale abborracciata e confusa.

Ma saranno piuttosto i risultati delle sei Regioni più importanti dove si è votato a fare a movimentare la nostra politica. Il più soddisfatto è certamente Nicola Zingaretti che non a caso, è stato il primo a sottoporsi alle interviste delle reti televisive. Le funeree previsioni della vigilia che lo riguardavano sono state smentite dai risultati. Ha salvato Toscana e Puglia e nelle Marche la sconfitta è stata più che onorevole.

Al contrario di Zingaretti, pronosticato perdente ed uscito vincitore, Salvini ha fatto il percorso a ritroso. La straripante vittoria della Lega in Veneto appartiene in realtà a Zaia e non si sa quanto possa rendere felice il leader della Lega. Lo schieramento di centrodestra resta ancora la forza maggiormente presente nel Paese (purchè unito).

Per Zingaretti, il PD ed una più o meno vasta area laica e riformista che non ha riferimenti di partito, i risultati delle regionali suggeriscono di riflettere sul modo migliore di dare vita ad uno schieramento altrettanto forte da contrapporre al centrodestra a livello nazionale. Dalla Puglia e dalla Toscana è possibile ricavare utili suggerimenti. Soprattutto da Giani che, rispetto ad Emiliano risponde maggiormente ai canoni della politica classica. Giani ha vinto combattendo contro nemici interni ed esterni. Ha superato la maledizione che vuole che la sinistra abbia proprio a sinistra i suoi maggiori nemici. Ed era predestinato ad averli, a causa del suo pedigree socialista. Ecco, non solo ha sconfitto tutti i pregiudizi nei suoi confronti; ha saputo anche creare un saldo schieramento proprio grazie al suo profilo di riformista, socialdemocratico, laico, dialogante, inclusivo. Che sia questo il profilo giusto che dovrebbe avere il partito che manca in Italia e del quale c’è così tanto bisogno?

Nicola Cariglia | 21 Settembre 2020

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