Il presidente dell’Alleanza per l'invecchiamento attivo Conversano sottolinea come le “raccomandazioni giunte dagli Usa suggeriscono addirittura un doppio trattamento contro l’infezione”. E si rivolge a Governo e Regioni: “Rimuovere differenze tra i vari Ssr”.
“Le vaccinazioni degli anziani contro le infezioni pneumococciche
confermano la loro validità e la loro importanza sul fronte della prevenzione.
Le recenti raccomandazioni emanate dal Centro per il controllo della malattie e
la prevenzione degli Stati Uniti suggeriscono addirittura di somministrare due
tipi di immunizzazioni contro lo pneumococco; un trattamento in grado di
prevenire lo sviluppo di gravi forme di polmonite e di evitare complicazioni
come problemi cardiaci, perdita dell'udito, cecità e paralisi”, così Michele Conversano, presidente di HappyAgeing-Alleanza per
l'invecchiamento attivo, commenta il contenuto di un documento diffuso negli
Stati Uniti a cura del Comitato per le Immunizzazioni, organo consultivo che si
occupa dell'analisi delle pratiche adottate nella Federazione.
“Stiamo parlando di un vaccino particolarmente indicato per gli anziani –
continua Conversano – Gli over65 hanno infatti una probabilità di sviluppare
questo tipo di infezione ben dieci volte superiore rispetto a quella dei
giovani adulti. Per questo motivo il ministero della Salute e le Regioni devono
sentirsi in dovere di garantire questa prestazione ai soggetti più deboli
eliminando le differenze tra i vari SSR, confermando così gli intendimenti
emersi durante il dibattito relativo all'aggiornamento e al potenziamento dei
Livelli essenziali di assistenza”.
“Le immunizzazioni contro lo pneumococco sono in
grado di evitare migliaia di decessi anche in Italia – conclude Conversano –
Esiti che proprio in queste settimane fanno registrare il loro picco
stagionale. La polmonite pneumococcica insorge molto spesso in quei soggetti
rimasti vittima dell'influenza. Una dinamica ben nota che potrebbe essere
limitata con una massiccia opera di prevenzione”.
Fonte quotidianosanità.it
“Stiamo parlando di un vaccino particolarmente indicato per gli anziani – continua Conversano – Gli over65 hanno infatti una probabilità di sviluppare questo tipo di infezione ben dieci volte superiore rispetto a quella dei giovani adulti. Per questo motivo il ministero della Salute e le Regioni devono sentirsi in dovere di garantire questa prestazione ai soggetti più deboli eliminando le differenze tra i vari SSR, confermando così gli intendimenti emersi durante il dibattito relativo all'aggiornamento e al potenziamento dei Livelli essenziali di assistenza”.
“Le immunizzazioni contro lo pneumococco sono in grado di evitare migliaia di decessi anche in Italia – conclude Conversano – Esiti che proprio in queste settimane fanno registrare il loro picco stagionale. La polmonite pneumococcica insorge molto spesso in quei soggetti rimasti vittima dell'influenza. Una dinamica ben nota che potrebbe essere limitata con una massiccia opera di prevenzione”.
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