domenica 23 febbraio 2020

Calo nuovi casi di contagio in Cina. Due morti sulla Diamond Princess. Allerta Corea del Sud


Sono 2.118 i decessi da coronavirus e 74.576 i contagi. "C'è un rallentamento ma non abbassare la guardia". Fuori dalla Cina oltre mille casi e 7 morti

La Commissione sanitaria nazionale (Nhc) cinese ha reso noto che ieri sono stati rilevati 114 nuovi decessi da coronavirus e 394 contagi aggiuntivi, facendo salire il totale, rispettivamente a 2.118 e 74.576. I nuovi casi sono un drastico calo dai 1.749 di martedì, fino ai minimi da un mese circa. Hubei ha segnalato 349 altri contagi dopo la rimozione di 279 casi risultati negativi ai test dell’acido nucleico. La Cina ha cambiato (protocollo ‘No. 6 trial’) in parte i parametri di prevenzione e controllo, consentendo all’Hubei di rimuovere i “clinicamente diagnosticati”.

Gli sforzi cinesi per il controllo dell’epidemia di coronavirus “stanno funzionando”: è quanto ha detto il ministro degli Esteri Wang Yi, vedendo nella riduzione di nuovi casi il risultato della “robusta azione” messa in campo contro l’epidemia. “La Cina sta non solo proteggendo la sua gente, ma anche il resto del mondo”, ha aggiunto Wang, parlando a un appuntamento dell’Asean in Laos.
L’esperto: “Sicuro rallentamento del contagio, ma non abbassare la guardia”
L’epidemia del nuovo coronavirus sta venendo letteralmente “soffocata dalle misure eccezionali che la Cina ha deciso di adottare”, ma anche se “il rallentamento è sicuro non bisogna abbassare la guardia”: è l’analisi del fisico esperto di sistemi complessi Alessandro Vespignani, direttore del Network Science Institute della Northeastern University di Boston Vespignani, che sta studiando la diffusione del virus SarsCoV2 fin dall’esordio. “C’è una forte evidenza - ha aggiunto - che l’epidemia sia rallentata per le misure straordinarie”.
Due morti sulla Diamond Princess. Due persone contagiate dal coronavirus a bordo della Diamond Princess, la nave da crociera attraccata a Yokohama, sono decedute: lo riferisce la tv pubblica nipponica NHK.
In Corea una donna è superdiffusore. Altri 31 casi. La Corea del Sud ha annunciato altri 31 casi di coronavirus, portando il totale delle infezioni nel Paese a quota 82 e facendo aumentare i timori di contagio. Dei 31 nuovi casi, 30 sono a Daegu, a 300 km a sudest di Seul, l’altro è a Seul, secondo una nota del Korea Center for Disease Control and Prevention. Il 31/mo degli 81 noti pazienti è considerato un “super diffusore” dato che si ritiene abbia contagiato almeno altre 15 persone venendo a contatto con altre 166: è una donna molto attiva nella comunità di una parrocchia cristiana di Daegu.
Oms: “Fuori dalla Cina 1076 casi in 26 Paesi (più della metà sulla nave). Sette morti”
“Fuori dalla Cina ci sono 1.076 casi di Covid-19 (641 sulla nave in quarantena in Giappone) in 26 Paesi, con 7 decessi”., lo ha reso noto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel suo briefing quotidiano. “Nelle ultime 24 ore - ha aggiunto - la Repubblica islamica dell’Iran ha riportato 5 casi, di cui 2 decessi”.
Bene le borse, sale anche l’oro. La Banca centrale taglia il prime rate. Continua la corsa dell’oro sulla scia dei timori provocati dall’impatto del coronavirus sull’economia. Il prezzo del bene rifugio per eccellenza arretra leggermente a 1.609,59 dollari, dopo aver toccato un picco di 1.612,62 dollari l’oncia, il top dal marzo 2013. In rally anche il palladio che sale dello 0,5% a 2.731 dollari l’oncia.
Il taglio del prime rate da parte della Banca centrale cinese (Pboc) mette le al  alle Borse che, grazie anche al numero di nuovi contagi da coronavirus ai minimi dal 23 gennaio, chiudono la seduta in rally: l’indice Composite di Shanghai vola dell′1,84%, a 3.030,15 punti, mentre quello di Shenzhen balza del 2,15%, a quota 1.886,14. La Pboc ha limato i loan prime rate (Lpr), tra i tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali ai clienti migliori: l’Lpr a un anno scende al 4,05% dal precedente 4,15%; quello a 5 anni al 4,75% dal 4,8%.
La Banca centrale cinese si muove a sostegno del credito nel mezzo delle pressioni dell’epidemia del coronavirus, varando una sforbiciata ai loan prime rate (Lpr), uno dei tassi preferenziali offerti dalle banche commerciali ai clienti migliori e un riferimento sui tassi applicati agli altri prestiti: l’Lpr a un anno, spiega una nota, è sceso al 4,05% dal precedente 4,15%; quello a 5 anni al 4,75% dal 4,8%. La misura vuole aiutare la liquidità del sistema bancario sul fronte degli finanziamenti alle imprese.

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