Il punto di vista delle
associazioni del sud
Il contesto complicato
In un contesto complicato e
deprivato qual è la nostra regione, è difficile invecchiare, così come è
difficile crescere, istruirsi, lavorare. I tanti primati negativi che ci
appartengono incidono pesantemente sugli anziani. Abbiamo indossato per molti
anni la maglia nera, in Campania, dei Lea, i livelli essenziali di assistenza.
Nella misurazione della
qualità dei servizi sanitari in Italia, la Campania era all’ultimo posto tra le
regioni che scendono sotto la “soglia minima”. La situazione è migliorata,
dice con forza il presidente De Luca. “Siamo usciti fuori dal commissariamento”
grida con orgoglio.
Come non ripensare
all’infelice frase dell’ex ministro della sanità, Lorenzin: “I commissariamenti
hanno migliorato i conti, ma non il livello delle cure”. Non sapeva che
hanno migliorato i conti abbassando il livello delle cure.
Lo sanno bene tanti anziani
che hanno rinunciato ad esami e analisi mediche, a farmaci e a cure. Non si
nutrono in modo adeguato. Vivono in contesti spesso di tale miseria che hanno
difficoltà a farsi riconoscere come poveri e quindi destinatari di sostegni vari.
Rimangono in casa anche
quando non sono più autosufficienti, spesso non per affetto ma per l’indennità
di accompagnamento. Anziani a cui, al pari di tanti minori, è tolto il diritto
a vivere la propria età.
Certo, ci sono anche anziani
normali, costretti solo, diciamo così, a continuare a fare i capifamiglia, a
farsi carico di figli e nipoti. E infine c’è una piccola quota di anziani che
aspirano a una vecchiaia serena, desiderosi di apprendere e viaggiare.
Il problema delle risorse
Per tutti questi anziani,
soprattutto per i più disagiati, ci adoperiamo e c’impegniamo nella
realizzazione di un patto sociale, fondato su solidarietà, partecipazione,
inclusione sociale.
Le risorse a disposizione
sono modeste, troppo modeste, soprattutto al Sud. E se le cose vanno male nel
pubblico, figuriamoci nel terzo Settore che ha un ruolo importante, ma
sussidiario. Difficilmente ci sono per noi convenzioni o affidamenti.
Lo strumento diffuso di
finanziamento è il progetto. Con il quale esprimiamo la nostra visione, i
nostri punti fermi. Così, almeno per la durata del progetto possiamo sognare e
sperimentare. Al centro c’è la persona. Donne e uomini: non beneficiari o
assistiti, ma cittadini sostenuti da noi mentre esercitano i loro diritti.
Spesso ci si arroga il diritto
a rappresentare i propri “assistiti”, ignorando a volte le loro vere esigenze.
Non solo bisogni materiali. La nostra assistenza che definiamo “leggera”, come
accompagnare una persona in una passeggiata, leggerle una poesia, coinvolgerla
nella cura di un’aiuola pubblica, può venire prima di tante altre.
Un impegno politico
“accentuato”nelle associazioni del Sud
C’è un impegno politico
accentuato nelle nostre associazioni del Sud, lo ammettiamo. Dipende dalla
nostra storia e dalla voglia di riscatto. E poi c’è la nostra convinzione che
gli anziani sono chiamati a svolgere una funzione importante nel cambiamento
della società che tutti auspichiamo.
Lo diciamo dalla Campania,
al momento ancora la regione più giovane del paese, ma dove ampie schiere di ex
giovani si avviano speditamente verso la terza età.
Considerando le loro
caratteristiche, e cioè più istruiti, meno “usurati” fisicamente, più disposti
alla partecipazione e alla vita sociale, occorrono vere e proprie scelte
politiche per l’invecchiamento attivo: promozione della cultura di prevenzione,
educazione permanente, volontariato di comunità.
E così quella che potrebbe
sembrare un’emergenza demografica e un costo sociale si rivelerà una grande
risorsa per la nostra regione, per tutto il paese e per la democrazia.
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