Le più recenti consultazioni amministrative hanno già infatti promosso in rapida successione - anche se in ambiti regionali diversi quali Sicilia, Basilicata, Sardegna e Calabria - tutte leadership di centrodestra
Le amministrative svoltesi ieri in Calabria ed Emilia Romagna rappresentano un dato politico nazionale indiscutibile: la débacle, ormai diffusa su tutto il territorio nazionale, dei Cinquestelle e in parallelo l’insuccesso o il mancato successo della Lega nazionale di Salvini. Entrambi questi schieramenti, usciti vittoriosi dalle politiche del 4 marzo 2018, alla prova di governo hanno dimostrato di non reggere il passo e quindi sono destinate a un ruolo, forse anche decisivo, ma non più primario all’interno delle rispettive coalizioni di governo che andranno a formarsi e consolidarsi.
La disfatta dei Cinquestelle pone certamente un problema politico al Sud del Paese, laddove i grillini avevano riportato un consenso che in termini sia parlamentari che soprattutto di maggioranza di governo aveva e ha finora maggiormente pesato; ma, così e ora, è un peso destinato inevitabilmente a sgonfiarsi. Situazione questa che, nell’area più in difficoltà del Paese, pone immediatamente un serio problema di leadership.
Le più recenti consultazioni amministrative hanno già infatti promosso in rapida successione – anche se in ambiti regionali diversi quali Sicilia, Basilicata, Sardegna e Calabria – tutte leadership di centrodestra. Dai dati definitivi della Calabria risulta evidente – oltre alla netta vittoria del centrodestra, che ha riportato il 55,39% dei voti validi – il successo, direi ancora più evidente all’interno della stessa coalizione, delle liste moderate dell’UDC (6,82%) ma soprattutto di quelle che hanno fatto capo a Berlusconi: con FI primo partito al 12,41% e a seguire le liste Jole Santelli Presidente con l’8,49% e Casa delle libertà con il 6,43% per un totale riconducibile alle liste del leader di Forza Italia pari al 27,33% e quindi la metà dei voti riportati dall’intera coalizione. Nella prossima primavera si voterà anche in Campania e Puglia.
In definitiva: il quadro esposto del sud, oltre che mostrare una tendenza, delinea un modello consolidato di leadership e quindi una prospettiva di nuovo governo del territorio che anche gli elettori campani e pugliesi, ragionevolmente, potrebbero voler cogliere
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