Quota 100, Opzione Donna e
aumento età pensionabile scoraggiano le pensioni di vecchiaia favorendo la
richiesta di trattamento anticipato, sia fra i dipendenti sia fra gli autonomi:
i dati INPS e l'analisi di scenario.
30 Gennaio 2020L’aumento
dell’età pensionabile in Italia al momento resta quasi sulla carta visto che
la maggioranza dei lavoratori si ritira con forme di pensione
anticipata: in base ai dati INPS 2018-2019 sono infatti in calo le pensioni di vecchiaia
(-15%) e quelle di invalidità mentre sono in aumento quelle basate sui
contributi versati (+29%).
Il trend è
stimolato sia dal severo requisito anagrafico (67 anni per uomini e donne) sia
da formule agevolate come la Quota 100, che consente di ritirarsi
con 62 anni di età e 38 di contributi.
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In totale, il numero dei
lavoratori che si sono ritirati fra il 2018 e il 2019 è stabile (intorno a ai
530mila l’anno) ma cambia sensibilmente la composizione in
base alla forma di pensionamento scelta. In generale, il numero delle donne che
vanno in pensione aumenta più degli uomini, grazie anche a strumenti dedicati
co
Pensioni anticipate in
Italia
Il sensibile aumento delle
pensioni anticipate riguarda in particolare i lavoratori dipendenti;
trend analogo ma con numeri un po’ meno alti fra artigiani e
commercianti.
- Dipendenti:
le pensioni di vecchiaia sono scese da 47mila 193 del 2018 a 33mila 123
del 2019, mentre i trattamenti anticipati sono saliti nello stesso periodo
da 94mila 952 a 126mila 107. Le pensioni di invalidità si sono ridotte da
36mila 036 a 30mila 078.
- Artigiani:
le pensioni di vecchiaia sono calate dalle 18mila 429 del 2018 a quota
11mila 483, mentre quelle anticipatasono salite da 28mila 223 a 33mila
951. I trattamenti di invalidità passano da 6mila 774 a 5mila 256.
- Commercianti:
pensioni di vecchiaia scese da 20mila 425 (dato 2018) a 14mila 267 nel
2019, quelle anticipate da 18mila 580 del 2018 sono salite a 27mila 677
nel 2019. Infine, le pensioni di invalidità si sono ridotte, da 5mila 970
a 4mila 657.
In tabella i dati completi
relativi anche alle altre forme di pensione.
Come si vede, c’è una
notevole differenza di importo fra le
pensioni di vecchiaia e quelle anticipate: queste ultime sottintendono un
maggior numero di anni di versamenti contributivi, e
mediamente l’importo è doppio rispetto a quello degli assegni di vecchiaia.
La pensione anticipata media
di un lavoratore dipendente è superiore ai 2mila euro, quella di vecchiaia
supera di poco i mille euro. I trattamenti degli artigiani e dei
commercianti sono più bassi, ma con la stessa proporzione: in media l’assegno
di vecchiaia è intorno agli 800-900 euro, quello anticipato supera i 1.500
euro.
28 Gennaio 2020Fra i
lavoratori dipendenti, l’età media del pensionamento è pari a 66
anni, ma ci sono forti differenze. Fra i 66 e i 67 anni per le pensione di
vecchiaia, 60 anni nel 2018 e 62 anni nel 2019 per quelle anticipate.
Per quanto riguarda
l’analisi di genere, aumentano le donne che vanno in pensione di
vecchiaia e in pensione anticipata, mentre gli uomini scelgono più spesso (fra
il 2018 e il 2019) la pensione anticipata e meno frequentemente quella di
vecchiaia. Stesso trend fra gli artigiani e i commercianti.
Analizzando i dati, l’INPS
ricorda i più recenti interventi legislativi: nel 2018 si è
arrivati alla completa armonizzazione delle pensioni di vecchiaia fra uomini e
donne (66 anni e 7 mesi nel 2018 e di 67 anni nel 2019) e, per quanto riguarda
i trattamenti anticipati, è stata introdotta la quota 41 per i
lavoratori precoci; nel 2019 è invece entrata in vigore la quota 100,
che come detto consente la pensione con 62 anni di età e 38 anni di contributi
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